Rapporti consolidati fra la mafia siciliana di Partinico, Borgetto, Torretta e le ‘famiglie’ americane

0
481

Il blitz di ieri messo a segno dalla polizia nel palermitano e dall’FBI a New York conferma come i rapporti tra la mafia siciliana quella statunitense siano sempre attivi e consolidati. I reati per cui le indagini hanno portato agli arresti sono quelli, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, turbativa d’asta e incendi aggravati dal metodo mafioso. Nell’operazione, coordinata dalla procura di Palermo, sono stati anche impegnati uomini del Servizio centrale operativo di Roma e di Palermo, della squadra mobile, oltre agli agenti americani del Fbi. La famiglia mafiosa newyorkese dei Gambino, protagonista dell’inchiesta Pizza Connection condotta da Giovanni Falcone negli anni ’80, è così ritornata al centro di una indagine congiunta dello Sco e dell’Fbi che ha portato a 17 fermi tra la Sicilia e gli Usa. I “cugini “americani continuano a fare affari con gli affiliati siciliani, in particolare con vecchi boss dei clan palermitani di Borgetto, Partinico e Torretta.

Dall’indagine, coordinata dalla Dda di Palermo e condotta in stretta collaborazione tra le forze di polizia americane e italiane, è emerso lo stretto rapporto che continua a legare le due organizzazioni criminali.  Gli americani dai siciliani hanno imparato il metodo: chiedere somme ragionevoli per non inimicarsi le vittime. Una strategia che il racket del pizzo mafioso attua da tempo e che ora, su consiglio di un vecchio capomafia di Partinico, adottano anche oltreoceano. È uno dei particolari emersi nell’inchiesta congiunta, condotta dallo Sco e dall’Fbi, che oggi ha portato a fermi di affiliati mafiosi tra Italia e Usa. Sempre seguendo i suggerimenti del boss storico, gli americani avrebbero deciso di abbandonare le azioni violente nei confronti delle vittime optando per una linea più soft.

L’inchiesta ha anche accertato che, in vecchie estorsioni commesse a danno di ristoratori di origini siciliane da anni a New York, Cosa nostra siciliana avrebbe aiutato i clan americani a incassare facendo pressioni sui familiari delle vittime che vivono ancora in Sicilia. Decine, infine, i taglieggiamenti a imprese edili della Grande Mela commessi dai Gambino e scoperti dall’Fbi. L’inchiesta ruota attorno a Francesco Rappa, detto Ciccio in Sicilia e Frank negli Stati Uniti, storico capomafia di Borgetto condannato definitivamente per tre volte per associazione mafiosa. L’indagine ha confermato l’esistenza di un solido asse criminale tra i clan di Borgetto, Partinico e Torretta e i Gambino di New York. Rappa, uscito di galera dopo tre condanne, ha riassunto la propria influente posizione all’interno del clan ricollocandosi al vertice della famiglia mafiosa di Borgetto e continuando a mantenere rapporti con i newyorkesi Gambino. Proprio nella Grande Mela risiede un figlio di Rappa, Gabriele, ritenuto dalle autorità statunitensi affiliato alla cosca mafiosa d’oltreoceano. Ed è proprio grazie al figlio, che Rappa avrebbe continuato a svolgere – scrivono i pm – il ruolo di “privilegiato ed autorevole interlocutore degli affiliati del sodalizio mafioso attivo negli USA”.