Il coordinatore nazionale di “Animalisti Italiani Onlus”, Enrico Rizzi, torna alla carica contro il sindaco di Trapani, sulla “questione randagismo” e stavolta lo diffida, denunciando che nella realtà trapanese continuano incessanti le segnalazioni di tanti cittadini riguardo alla presenza di diversi cani e gatti abbandonati che necessitano di urgenti cure sanitarie e/o mediche e ricorda che già lo scorso 29 marzo aveva chiesto formalmente al primo cittadino di Trapani di prendere gli opportuni provvedimenti volti a reprimere il preoccupante fenomeno, tra cui le azioni veterinarie e sanitarie di controllo riproduttivo dei randagi, e gli altri pubblici servizi in materia igienico-sanitaria, e di non aver ad oggi ricevuto alcuna risposta. “Il problema – continua Rizzi- è poi acuito dal fatto che il canile municipale del Comune di Trapani, dopo ben un anno, risulta essere ancora oggi sotto sequestro”. Sempre nella nota del 29 marzo era contenuto l’invito ad attivarsi tempestivamente per dissequestrare la struttura, anche questo caduto nel vuoto. Di fronte a quella che Rizzi addita come “inerzia delle istituzioni comunali trapanesi”, nonostante l’imperversare dell’emergenza nella gestione del fenomeno, torna a rivolgersi a Damiano, con la diffida ad “adottare tutte le misure che si riterranno opportune e necessarie, nel rispetto del benessere psico-fisico degli animali, per il contrasto del fenomeno del randagismo, avuto, in ispecie, riguardo alle iniziative veterinarie e sanitarie di controllo riproduttivo dei randagi nonché la cura degli stessi e gli altri pubblici servizi in materia igienico- sanitaria attuati dall’ASP, in esecuzione della l.r. 15/2000 e delle Linee Guida dell’Assessorato regionale alla salute in punto di presidi veterinari (canili ed ambulatori comunali per le sterilizzazioni)”. Ma l’animalista non si ferma qui e si rivolge anche al Prefetto Leopoldo Falco, esortandolo, in caso di ennesima inadempienza del Sindaco di Trapani, ad esercitare i suoi poteri sostitutivi di intervento, puntualizzando, in caso di inattività di entrambe le Autorità, di essere pronto a rivolgersi all’Autorità Giudiziaria, in quanto sarebbero ormai “improrogabili le esigenze di tutela del benessere degli animali e della salute pubblica”.