Prostituzione, in carcere alcamese di 56 anni. Pena divenuta definitiva

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E’ finito in carcere, per un vasto giro di prostituzione e di squillo di lusso, il 56enne alcamese Giuseppe Lampasona. Era stato coinvolto in un’operazione messa a segno dai carabinieri forestali che nel novembre del 2014 portò all’arresto di sette persone. Fra queste l’alcamese Lampasona che poi, nell’ottobre del 2017, venne condannato a sei anni di reclusione.

La pena è divenuta adesso definitiva e l’alcamese di 56 anni, che era sottoposto all’obbligo di dimora. Per la stessa vicenda è finita in carcere, ma al Pagliarelli di Palermo, Giuseppa Valenti, trapanese di 55 anni. Il giro di prostituzione scoperto dai carabinieri forestali riguardava la Trapani bene, ma non solo.

L’organizzazione aveva a disposizione ville, abitazione private e anche un albergo, fra Alcamo, Castellammare del Golfo, Marsala e il capoluogo trapanese. Gli annunci venivano pubblicati su apposite bacheche sul web e la clientela era composta soprattutto da professionisti e gente facoltosa.

Tra le sette persone finite a suo tempo in carcere, oltre all’alcamese, anche un calatafimese e una cubana, Ana Maria Bermudez Valdes, compagna di Lampasona. Lei, assieme ad altre tre donne, si occupava del reclutamento delle ragazze, mentre gli uomini dell’organizzazione curavano l’aspetto logistico scegliendo i luoghi dove far avvenire gli incontri.

L’inchiesta fece venire fuori, anche grazie alle immagini riprese dalle microtelecamere piazzate dagli investigatori, uno scenario fatto di clienti appartenenti alle più disparate classi sociali, tra cui alcuni “insospettabili” professionisti disposti a pagare fino a 500 euro, come un noto avvocato trapanese, per rapporti particolarmente “trasgressivi”. La banda di sfruttatori intascava una percentuale che poteva arrivare anche al 50 per cento sui compensi pagati dai clienti.