Pronti al ritorno delle province, riforma entro metà febbraio, ‘election day’ 9 giugno?

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Trenta consiglieri, un presidente dell’esecutivo e otto assessori. Potrebbero ritornare con questi numeri e con l’elezione diretta giunta e consiglio della provincia di Trapani. Qualcuno ipotizza che potrebbe ripristinarsi il vecchio sistema quello che portava a 35 consiglieri provinciali, eletti in cinque collegi. La riforma elettorale, che riguarda anche gli altri enti locali, da febbraio andrà in aula all’ARS per concludere il suo iter entro la metà dello stesso mese. La maggioranza che sostiene Schifani ha trovato l’accordo mentre 5 Stelle e PD si sono già messi di traverso. Gli emendamenti al testo di legge potranno essere presentati fino alle 20 di martedì sera. In caso di approvazione della riforma, sia le elezioni provinciali che quelle amministrative si celebreranno con il cosiddetto ’election day’, vale a dire nella stessa giornata delle Europee, vale a dire 9 e 10 giugno. Novità previste anche per gli enti locali con la nascita del consigliere supplente, cioè coli che prenderà il posto di un consigliere eletto e poi nominato assessore e che poi dovrà lasciare il suo scranno qualora il membro dell’esecutivo dovesse terminare il suo incarico. Altra novità riguarda il numero dei mandati per i sindaci. Ad Alcamo e in tutti gli altri comuni con più di 15.000 abitanti non cambierà nulla. Il primo cittadino potrà amministrare soltanto per due mandati, quindi dieci anni. Negli enti locali più piccoli, quelli con meno di 5.000 abitanti, saltano le limitazioni e i sindaci potranno rimanere in carica, se rieletti, anche per tutta la vita. Un mandato in più, da due a tre, per i sindaci dei comuni fra 5 e 15.000 abitanti. Dopo dieci anni, quindi, dovrebbero ritornare le province, più o meno così come già lo erano. L’abolizione degli enti intermedi venne votata dall’ARS, su proposta del governo Crocetta, nel marzo del 2014. Nacquero così i Liberi consorzi dei comuni che ebbero, geograficamente, la stessa identica area delle ex province. Al contrario rimasero scoperte diverse funzioni con notevoli disagi per strade, scuole e altri settori. Anche il personale si è ridotto al lumicino con il rischio di non garantire più anche servizi essenziali. Adesso, dopo dieci anni, tutto potrebbe tornare come prima annullando quel ‘colpo di spugna’ di Rosario Crocetta.