Processo ‘Alqamah Ter’. Condannato Coppola, assolto D’Angelo

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L’operazione Alqamah, messa a segno dai carabinieri  nel 2012 dopo alcune indagini avviate l’anno prima, aveva poi portato anche a un sequestro di beni per 8 milioni di euro a una famiglia di imprenditori edili in odor di mafia. Poi nel maggio del 2020 una confisca di 1.700.000 euro. I fratelli Coppola, Nicolò e Leonardo, ex titolari della Trasport Scavi e della l.c.s., vennero arrestati e la misura riguardò anche il padre Francesco, adesso deceduto. Obbligo di dimora invece per Gaetano Manno ritenuto dai carabinieri il prestanome degli imprenditori. Adesso il processo Alqamah Ter si è concluso con ala prescrizione di molti reati per i vari imputati, una sola condanna e una sola assoluzione con formula piena. Ad essere condannato a 4 anni e sei mesi, perché recidivo e nonostante la prescrizione, Nicolò Coppola di 62 anni. Assolto invece, perché il fatto non costituisce reato l’ex funzionario del comune di Alcamo, responsabile dell’ufficio contratti, Baldo D’Angelo, difeso dall’avvocato Santino Butera.  La prescrizione, causata dai tempi necessari al processo, ha invece riguardato il calatafimese Craparoitta e l’alcamese Gaetano Manno. Le accuse erano, a vario titolo, di associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni e abuso d’ufficio.

Le indagini dei carabinieri di circa un decennio fa avevano documentato l’ingerenza nel tessuto economico-sociale di imprese intestate a prestanome, di fatto riconducibili a soggetti già condannati per associazione mafiosa ed intestazione fittizia di beni, in particolar modo la famiglia Coppola. L’indagine patrimoniale mise poi in evidenza come Nicolò Coppola, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale, si sia avvalso dei familiari più stretti (il padre Francesco ed il fratello Leonardo) e di Gaetano Manno (già indagato per associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Bagolino”) per intestare loro le quote della Trasport scavi srl. Quest’ultima era stata costituita ad hoc per eseguire diverse opere di edilizia, sia privata come il parco eolico di Alcamo e Partinico, che pubblica (i lavori di sistemazione della strada provinciale 47 Alcamo Castellammare del Golfo) godendo, secondo l’accusa, della protezione dell’organizzazione mafiosa. Adesso la prescrizione dei reati, la condanna per Nicolò Coppola e l’assoluzione per l’ex funzionario del comune di Alcamo, Baldo D’Angelo.