Pizzolungo, niente cerimonia per il 35° anniversario. Eventi con FB e hastag

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Ricorre oggi, 2 aprile, il 35° anniversario della strage mafiosa di Pizzolungo. Cosa Nostra, il 2 aprile del 1985, fece saltare in aria un’autobomba per cercare di uccidere il giudice Carlo Palermo ma invece colpì e uccise una mamma con i due figli gemelli che passavano in quel momento sul quel tratto di strada provinciale: Barbara Rizzo e i piccoli Giuseppe e Salvatore Asta.

La commemorazione di oggi, a causa dell’emergenza sanitaria, è stata sospesa così come tutte le manifestazioni previste. All’interno del Comitato organizzatore della Settimana della memoria è nata però l’idea, condivisa anche dalla Diocesi di Trapani, di creare un momento di memoria e riflessione, virtuale si ma del tutto reale. Così da ieri sono cominciati ad arrivare centinaia di contributi attraverso un pensiero scritto o una foto particolare da postare sui profili personali di Facebook e sulla pagina “Non ti scordar di me 2 aprile 1985/2 aprile 2020”. Gli hashtag da utilizzare sono #2aprile1985 e #nontiscordaredime.

Quel terribile 2 aprile di 35 anni fa l’autobomba assassina era parcheggiata lungo la strada costiera che porta da Pizzolungo verso Trapani. Carlo Palermo, arrivato da qualche mese in Sicilia, stava indagando sul traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata. Il sorpasso dell’Alfa Romeo sulla quale viaggiava Palermo alla Volkswagen Scirocco della signora Asta salvò la vita al giudice, perché proprio in quel momento avvenne la deflagrazione che disintegrò la vettura della famiglia Asta.

Dell’auto e tantomeno dei corpi della donna e dei due gemellini non rimase quasi nulla, se non qualche traccia di sangue su un muro, dei piccoli brandelli e una scarpa di uno dei due bambini. Talmente poco che Nunzio Asta, lo stesso marito di Barbara, tra i primi soccorritori del giudice rimasto ferito, non si accorse che era stata proprio la sua famiglia a essere distrutta. L’uomo morì qualche anno dopo. Di genitori e figli è rimasta soltanto la figlia Margherita (all’epoca della strage undicenne ) che si salvò perché quella mattina andò a scuola accompagnata da una vicina di casa e che adesso è uno dei simboli del ricordo e della lotta a Cosa Nostra.

Per la strage di Pizzolungo sono stati poi condannati all’ergastolo i boss Totò Riina, Balduccio Di Maggio, Vincenzo Virga e Nino Madonia