Pizzerie e ristoranti, tavoli vuoti nel week-end. A rischio posti di lavoro

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Nonostante l’incremento notevolissimo di positivi, giorno dopo giorno, a differenza dello scorso anno e del 2020, le attività commerciali rimangono aperte. Nessuna chiusura nemmeno per ristoranti e pizzerie. Questo significa che lo Stato non sarà costretto a rifondere gli esercenti con i dovuti ristori per alleviare i disagi economici causati dalla forzata chiusura. In questa maniera, e alla luce di ciò che sta accadendo in alcuni luoghi, come ad Alcamo e Castellammare, le ripercussioni per i titolari di pizzerie e ristoranti potrebbero essere più nefaste rispetto al lock-down. Insomma converrebbe forse di abbassare le saracinesche come estrema ratio. Il sabato, come si sa, è la giornata in cui le pizzerie registrano il massimo delle prenotazioni e dei coperti. Avventori che si susseguono dalle 20 e fino a dopo le 23. Sabato scorso, invece, ad Alcamo e nell’hinterland, i locali hanno funzionato quasi esclusivamente da asporto. Proprio come il lock-down. Tra le 20,30 e le 21 nelle numerose pizzerie del territorio erano seduti ai tavoli una decina di clienti. In alcune pizzerie, anche alcune tra le più gettonate e affollate, non c’era alcuna persona seduta ai tavoli. Tantissimo asporto, invece, dappertutto.

I titolari hanno comunque dovuto ugualmente affrontare i costi per il personale ai tavoli, per cuochi e pizzaioli, per la materia prima, per la corrente elettrica e il riscaldamento, per il personale addetto al controllo dei green pass. La gente ha timore ad uscire da casa ed a recarsi in ristoranti e pizzerie perché teme di imbattersi in persone potenzialmente positive al covid. Nelle grandi città e in quelle turistiche il giro di clienti e avventori è ancora abbastanza presente ma nel resto dei luoghi il personale al lavoro è stato impiegato forse soltanto per ….cacciare le mosche… Scherzi a parte la situazione è particolarmente pesante e già dal prossimo week-end potrebbero essere tantissimi i lavoratori giornalieri che non saranno chiamati nei locali di ristorazione. Rimarranno a casa, forzatamente, senza conseguire alcun reddito.