‘Pionica’, Vito Nicastri nuovamente a processo. Da rifare appello per ‘concorso esterno’

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Vito Nicastri, l’imprenditore alcamese definito il “Re del Vento’ per le sue innumerevoli attività nel campo delle energie rinnovabili, in particolar modo quelle eoliche, dovrà ritornare sotto processo nell’ambito dell’operazione Pionica. La Cassazione, infatti, alla quale si erano rivolti i pm che avevano impugnato l’assoluzione ottenuta in appello dal 66enne alcamese, ha deciso che il processo di secondo grado debba essere rifatto e che Vito Nicastri dovrà nuovamente rispondere di concorso esterno in associazione mafiosa, reato dal quale era stato assolto assieme al fratello Roberto e ad altri. La procura per il più giovane dei due Nicastri non aveva invece disposto alcun ricorso in Cassazione. I due imprenditori alcamesi erano stati riconosciuti colpevoli, nel processo Pionica d’appello, di intestazione fittizia di beni.

Tornerà sotto processo anche l’agronomo Melchiorre Leone di Vita, in primo grado condannato in abbreviato a 9 anni e 4 mesi e poi assolto dalle accuse di mafia, come Vito e Roberto Nicastri, nel processo d’appello. Nel rinvio disposto adesso dalla Cassazione Leone dovrà rispondere di alcuni reati che gli erano stati contestati. L’operazione Pionica, messa a segno il 12 marzo del 2018 dai carabinieri del ROS e dalla Dia, prese il nome da una contrada di Santa Ninfa dove sorge un’azienda agricola di 60 ettari appartenuta a Giuseppa Salvo, ex moglie di Antonio Salvo, nipote dei noti esattori salemitani. Per l’accusa alcuni personaggi avrebbero dapprima scoraggiato i possibili acquirenti dell’azienda e poi, dopo che l’alcamese Roberto Nicastri, fratello del “re dell’eolico” la acquistò all’asta per 130.000 euro e rivenduta per 530.000 euro alla “Vieffe”, avrebbero preteso per questi ultimi acquirenti i diritti di reimpianto dei vigneti.