Partinico, Nocella e Puddastri: “Elevato inquinamento”

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Presenza batterica da feci, scarichi industriali oleari e vitivinicoli. C’è di tutto nell’acqua che confluisce sul torrente Nocella che scarica nel mare di San Cataldo, tra Trappeto e Terrasini. Carichi inquinanti che arrivano lungo il percorso del torrente da Partinico dove l’Arpa, l’agenzia regionale protezione ambiente della Regione Sicilia, ha effettuato cinque campionamenti. I prelievi sono stati effettuati: al torrente Puddastri, sotto il ponte dell’autostrada, in contrada Parrini e a monte del depuratore comunale; sul fiume Nocella, in due distinti punti alla foce. I risultati delle analisi sono eloquenti e parlano di “elevata presenza di agenti inquinanti”. Innanzitutto sono stati rilevati batteri: “In tutti i campioni – scrive il direttore dell’Arpa, Luigi Librici – si rileva una presenza significativa di Escherichia coli derivante, ovviamente, dallo scarico di acque reflue urbane da impianti di depurazione non strutturati per l’idoneo abbattimento della carica batterica”. Secondo l’agenzia regionale i corpi idrici hanno una portata limitata rispetto a quella degli scarichi ricevuti, e quindi la loro capacità auto-depurativa risulta notevolmente compromessa. Altro capitolo aperto è quello riguardante la “caratteristica” colorazione delle acque che scaricano nel mare di San Cataldo. Periodicamente le acque del Nocella e del Puddastri sono di colore rossastro. L’Arpa in tal senso esclude che tale fenomeno sia dovuto alla presenza batterica: “la colorazione anomala delle acque – si legge nella relazione – è dovuta a particolari lavorazioni industriali, i cui scarichi, in determinati periodi, arrivano direttamente o indirettamente nei due corpi idrici”. In particolare l’Arpa ha evidenziato che l’elevata presenza di potassio nell’acqua, rispetto a quella del sodio, è riconducibile a scarichi di lavorazioni tipiche nel settore vinicolo e olivicolo. La presenza di potassio infatti è molto elevata nelle fecce e nelle acque di vegetazione: “Questi elementi – conclude la relazione dell’Arpa – sono naturalmente presenti nelle acque in un rapporto d norma inverso rispetto a quello rilevato e più favorevole per il sodio”. Nulla di nuovo, a  dire il vero, “sotto il sole”. Già negli anni Legambiente e Rifondazione comunista in testa avevano denunciato l’ipotesi che tale inquinamento potesse essere riconducibile ad impianti industriali del settore oleario e vinicolo. Nelle scorse settimane, proprio per rilanciare il problema dell’inquinamento del Nocella che va avanti da almeno un trentennio, è stato deciso di costituire una squadra di tecnici a livello intercomunale che avrà il compito di monitorare il fenomeno. Determinazione che è emersa nel corso della terza seduta del  tavolo tecnico attivato tra i Comuni di Terrasini, Partinico, Giardinello, Montelepre, Borgetto e Trappeto, in sinergia con le associazioni ambientalisti e l’Arpa.