PARTINICO. Rimborsi a cascata per assessori e consiglieri comunali. Quest’anno il Comune ha previsto una spesa in bilancio che si aggira attorno ai 64 mila euro. Una spesa soltanto presunta: “Diversi datori di lavoro – sottolinea il segretario generale del Comune, Vincenzo Pioppo – ancora non hanno fatto pervenire al richiesta dei rimborsi”. Salgono così a circa 350 mila euro le spese annuali che il Comune deve sostenere per mantenere le cariche politico-amministrative della città. Infatti gli stipendi mensili del sindaco Salvo Lo Biundo (nella foto), degli assessori e del presidente del consiglio, al lordo, si aggirano attorno ai 16 mila euro al mese, mentre i consiglieri intascano un gettone di presenza (sempre lordo) pari a circa 30 euro. Mediamente quindi il Comune sborsa ogni anno, considerando una media di 10 sedute tra commissioni e consigli comunali al mese, all’incirca 100 mila euro solo per il civico consesso a cui vanno aggiunti altri 190 mila euro per i vertici amministrativi. A queste spese dirette ci sono anche dei costi indiretti, collegati per l’appunto al “rimborso ad enti per permessi retribuiti” che il Comune quest’anno, con relativa determina di prenotazione di spesa in bilancio, ha quantificato in 64 mila euro. Si tratta di somme per oneri previdenziali, assistenziali e assicurativi riconosciuti ai datori di lavoro di quegli amministratori che hanno richiesto o richiederanno l’aspettativa e che quindi mensilmente devono essere versati alle rispettive casse pensioni i contributi previdenziali dovuti per legge. Rimborsi che derivano dalla necessità di consiglieri e amministratori di assentarsi dal posto di lavoro per svolgere le loro funzioni istituzionali. Facendo una media, i costi della politica pesano sulle 11 mila famiglie partinicesi (dati Istat, ndr) all’incirca 31 euro a testa. Una bella spesa se si considera anche l’aumento degli ultimi anni della pressione fiscale a carico sempre dei nuclei familiari. In base all’ultimo bilancio si è registrato un aumento della Tarsu, la tassa sui rifiuti, del 30 per cento, mentre l’Imu sulla seconda casa e l’Irpef sono rimasti inchiodati, nonostante i soliti impegni ad una riduzione che non c’è stata, rispettivamente al 10,4 per mille e allo 0,8, picchi massimi consentiti dalla legge. Soltanto i servizi a domanda individuale sono rimasti invariati (asili nido e casa di riposo). In consiglio comunale si è provato a ridurre i costi della politica ma invano. A proporre un abbattimento di questi costi il gruppo consiliare di opposizione Cambiamo Partinico che si è visto bocciare sonoramente la mozione che prevedeva un taglio del 30 per cento di gettoni di presenza e varie indennità. Secondo lo stesso gruppo consiliare è andata in fumo la possibilità di risparmiare tra i 30 ed i 50 mila euro attuali. Alla fine solo in 5 hanno votato favorevolmente l’atto, in 12 invece hanno detto no. La maggioranza a sostegno del sindaco Salvo Lo Biundo ha ritenuto inaccettabile questa proposta accusando i proponenti di “demagogia” e “populismo”. Addirittura è passato un atto di indirizzo per adeguare le indennità alle normative vigenti, proprio perché ritenute per una città come Partinico notevolmente basse.
higher trend setting creators
isabel marant sneakers Weighing In On Our Womanly Bodies
valentino shoesWhat Is a 501c7 Corporation