Partinico, costi della politica: “Giù le mani”

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Indennità e gettoni di presenza guai a chi li tocca. Restano tabù le retribuzioni di sindaco, assessori e consiglieri comunali. Il civico consesso stesso si è espresso in questa direzione bocciando la mozione presentata da una parte delle forze di opposizione di tagliare i costi della politica locale del 30 per cento. Secondo il gruppo Cambiamo Partinico va in fumo la possibilità di risparmiare tra i 30 ed i 50 mila euro attuali. Alla fine solo in 5 hanno votato favorevolmente l’atto, in 12 invece hanno detto no. La maggioranza a sostegno del sindaco Salvo Lo Biundo ha ritenuto inaccettabile questa proposta accusando i proponenti di “demagogia” e “populismo”. Addirittura è passato un atto di indirizzo per adeguare le indennità alle normative vigenti, proprio perché ritenute per una città come Partinico notevolmente basse. Quindi appare chiaro che l’orientamento sarebbe quello di aumentare l’emolumento: “Non avevamo sicuramente l’obiettivo con questi risparmi di salvare le casse del Comune – afferma Gianluca Ricupati di Cambiamo Partinico – ma lo abbiamo ritenuto un atto simbolico importante di riconciliazione delle istituzioni con i cittadini. E con una cifra tra le 30 e le 50 mila euro qualcosina potevamo certamente farla”. Allo stato attuale gli stipendi mensili di sindaco, assessori e presidente del consiglio, al lordo, si aggirano attorno ai 16 mila euro al mese, mentre i consiglieri intascano un gettone di presenza (sempre lordo) pari a circa 30 euro. Mediamente quindi il Comune sborsa ogni anno, considerando una media di 20 sedute tra commissioni e consigli comunali al mese, all’incirca 200 mila euro solo per il civico consesso a cui vanno aggiunti altri 190 mila euro per i vertici amministrativi. I proponenti della mozione restano convinti della bontà della mozione: “Soprattutto in un periodo di crisi economica e politica – sostiene Valentina Speciale di Cambiamo Partinico – la classe dirigente deve porsi come esempio virtuoso con scelte che non riguardano più soltanto l’ambito politico, ma anche quello etico. Perché se la politica è servizio e deve essere fatta per passione e non per un rendiconto personale allora, considerando la crisi economica che attanaglia la nostra città, abbiamo il dovere di pensare a come possiamo aiutare la nostra città, anche a costo di qualche piccolo sacrificio da parte nostra”. “Siamo contrari a questa riduzione – ha replicato il consigliere Vito D’Amico – perché stiamo parlando di retribuzione del nulla. Se consideriamo che in questo consiglio comunale molti sono liberi professionisti io invito i colleghi a guardare i costi della politica altrove, non certo a Partinico”. “Proposta davvero fuori da ogni logica – aggiunge il collega di maggioranza, Gioacchino Catalano – se si considera i costi della politica a livello regionale o nazionale, dove ci sono pensioni d’oro. E’ lì che si dovrebbero fare battaglie”.