Parte la caccia dal primo settembre, associazioni ambientaliste furenti

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Sull’apertura della caccia in Sicilia dal primo settembre interviene Free Green Sicilia che dice: “Dall’uno settembre rinizia in Sicilia il distruttivo e anacronistico rito di prendere a fucilate animali indifesi e innocenti solo per il gusto di eliminare chi di questi esseri non è sottomettibile. Una primitiva e retrograde forma di crudeltà del tutto ‘gratuita’ (se ancora nel terzo millennio può essere giustificabile una qualsiasi forma di crudeltà, legalizzata o non) legittimata da uno Stato, e dalle regioni come la Sicilia, e da una vasta classe politica elettoralmente e moralmente corrotte. Stato e Regioni che peraltro non prendono neppure in considerazione le numerose vittime da caccia legalizzata, conosciuti, che ogni stagione venatoria ci lasciano la vita, oltre ai numerosi feriti (solo nella stagione venatoria 2012-2013 i morti sono stati ben 32 e 119 i feriti, molti di questi gente comune: 11 morti e 32 feriti) La caccia è sostenuta, da quando la sopravvivenza si è trasformata in una vita basata sulla civiltà e sul diritto, da una profonda incultura irrazionale dominante che, forse da sempre, ha il sopravvento sulla razionalità e sullo sviluppo sociale e culturale delle coscienze e del senso civico e al rispetto di ogni forma di vita senziente.”

Sull’apertura della caccia in Sicilia interviene in maniera dura anche il WWF :”Il Calendario siciliano, specie dopo queste gravissime modifiche peggiorative, si pone in aperto contrasto con la normativa statale ed europea che prevede la tutela della fauna selvatica e dei suoi habitat, per questo il WWF si riserva, ancora una volta, di sottoporlo all’esame del proprio ufficio legale per un eventuale ricorso all’Autorità giurisdizionale. L’auspicio del WWF è che la Regione attui nel concreto e nell’immediato la protezione della natura, della fauna selvatica, quindi della biodiversità, nostro patrimonio e valore insostituibile” – ha dichiarato Angela Guardo, vice presidente regionale del WWF Sicilia.- “Politici ed amministratori pubblici dovrebbero smetterla di attenzionare solo gli interessi del mondo venatorio che, anche laddove siano legittimi, sono interessi non generali ma di una categoria minoritaria. Le Autorità pubbliche dovrebbero invece tutelare gli interessi generali dei cittadini, in particolare l’ambiente e la fauna selvatica dichiarati dalla Corte Costituzionale valori trasversali”- ha concluso Angela Guardo.