‘PalaDangelo’ chiuso, lavori fermi. Il Comune, dopo 40 mesi di possesso, prevede altri interventi

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Uno dei palazzetti dello sport più belli e funzionali della Sicilia occidentale, quello intitolato a Enzo D’Angelo, è chiuso da ben sette anni. Sorge in zona Sant’Anna, ad Alcamo, a fianco della chiesa di Gesù Cristo Redentore. Venne chiuso per la scomparsa della Megaservice, la società dell’ex provincia regionale di Trapani che si occupava di gestione e manutenzione degli impianti sportivi. Il Paladangelo venne più volte vandalizzato  fin qaundo, il 7 luglio del 2017, passò nelle mani del comune di Alcamo con la sottoscrizione di una convenzione con il Libero Consorzio.

A quella data, per ripristinarlo sarebbero bastati 25.000 euro
ma prima che si intervenne la cifra lievitò sensibilmente. I lavori vennero infatti consegnati alla ditta appaltatrice soltanto il 6 agosto del 2019, dopo due anni, per un importo complessivo di poco meno di 100.000 euro. L’impianto sportivo è stato adesso consegnato dalla ditta al RUP che, a sua volta, lo ha riaffidato al comune di Alcamo. Il palazzetto, però, non potrà ancora essere utilizzato perché necessita di altri interventi che sono stati programmati e pare anche
dotati delle somme necessarie.

La situazione è in pratica ferma a quanto, diversi mesi fa, aveva dichiarato l’assessore allo sport Giuseppe Campo, dimessosi dopo qualche tempo. Al palasport necessita l’intervento di una ditta specializzata in grado di ripulire dal guano dei colombi le travi che si
trovano a circa 16 metri di altezza dal suolo. In elaborazione, inoltre, la realizzazione del piano anti-incendio (con adeguamento alle nuove norme anti-sismiche) il cui incarico è stato conferito.

Alla lentezza dell’amministrazione comunale è andato incontro lo stop di tutti gli sport di squadra. In questa maniera è stata praticamente annullata la richiesta di impianti da parte delle società sportive alcamesi. Il Paladangelo, chissà, potrebbe essere inaugurato in un periodo molto vicino alle elezioni amministrative di primavera, ma non è detto che ciò avvenga. Tutto potrebbe slittare alla prossima legislatura. Intanto sono incredibilmente 40 i mesi trascorsi per completare una manutenzione che, allo stato iniziale, era ‘poco più che ordinaria’.