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sabato, Maggio 24, 2025
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Trattamento illeciti di rifiuti ferrosi, 500 tonnellate al mese. Tre arresti

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Potevano soltanto ritirare il ferro vecchio e portarlo nelle piattaforme specializzate. Per il resto non avevano alcuna autorizzazione. Invece due uomini di Torretta e uno di Palermo avevano messo su un’attività del tutto illecita di riciclaggio e gestione di rifiuti ferrosi. Sono stati scoperti dai carabinieri del NOE, il Nucleo Operativo Ecologico di Palermo, che li hanno arrestati, posto ai domiciliari e dotati di braccialetto elettronico. I tre, che avevano precedenti specifici in questo settore, avevano allestito a Torretta una discarica abusiva in cui stoccavano e lavoravano i rifiuti ferrosi. Per questo sono indagati, a vario titolo, per attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti, riciclaggio e gestione illecita di rifiuti in concorso. L’area di circa 1500 metri quadri, in cui avveniva il trattamento dei rottami, è stata sequestrata cosi come tre automezzi della società operante nel settore ambientale, un conto corrente bancario e numerose carte prepagate. Un sequestro di beni ammontante ad oltre mezzo milione di euro.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo e condotte dai militari del NOE, sono scaturite da un’informativa degli stessi carabinieri che hanno notato come in quel terreno recintato sito a Torretta vi fosse un continuo viavai di veicoli che entravano carichi di rottami ferrosi e ne uscivano completamente vuoti. Dopo un’attività di monitoraggio tramite servizi di riconoscimento a distanza, i carabinieri del NOE hanno effettuato vide-riprese che hanno consentito di accertare un intenso e sistematico afflusso di mezzi carichi di rifiuti speciali pericolosi e non, e di definire i ruoli ed i rapporti esistenti all’interno della società illecita.

È stato quindi possibile, per l’Arma e per la procura della DDA, ipotizzare l’esistenza di un sodalizio criminale dedito al traffico illecito di rifiuti, costituiti principalmente da rifiuti urbani e speciali, anche pericolosi, di tipo ferroso ma anche apparecchiature elettriche ed elettroniche (i cosiddetti rifiuti RA.EE) nonché batterie esauste al piombo. Il peso complessivo di tali rifiuti che venivano trattati e lavorati illecitamente ammonta a circa 500 tonnellate al mese. Un volume di affari tale da produrre circa euro 20.000 euro mensili di illecito profitto. I ricavi venivano poi smistati su numerose carte prepagate, intestate fittiziamente a soggetti compiacenti, per il reimpiego attraverso sistematici prelievi di denaro contante necessario a pagare i rottamai ambulanti che conferivano i rifiuti ferrosi raccolti a Torretta e dintorni.

Progetto ‘Non uno di meno’ in parrocchia a Balestrate. Letteratura per l’infanzia (Interviste)

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I libri, la cultura e gli albi illustrati per sensibilizzare i giovani alla cura del bene comune. Prosegue così il progetto della parrocchia Sant’Anna di Balestrate guidata da padre Francesco Giannola che da anni porta avanti iniziative in favore dei giovani. Ieri pomeriggio nel salone parrocchiale si è tenuto un incontro all’interno del progetto “Non uno di meno” realizzato con il contributo dell’Arcidiocesi di Monreale e dell’assessorato regionale alle Politiche sociali. Un seminario dedicato alla letteratura per l’infanzia con la collaborazione di Glifo edizione e del progetto La casa delle ninfee. Presenti i relatori Laura Sighinolfi, Monica Ruffino e Sabrina Ferro, il dirigente scolastico Benedetto Lo Piccolo e le referenti del progetto, Letizia Provenzano, Antonella Pitarresi e Enza Agrusa.

Altari di San Giuseppe ad Alcamo. Tradizione, devozione e invocazione alla pace (VIDEO)

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I parrocchiani della chiesa San Paolo e Bartolomeo capeggiati da Gaetano Pecoraro hanno realizzato un artistico altare di San Giuseppe al pianterreno di un locale di Corso VI Aprile di Alcamo che si potrà visitare sino a domani sera. Sta destando curiosità e interesse questo altare devozionale con artistici pani di varie simbologie come per esempio l’aquila simbolo della città di Alcamo e i pavoni simbolo di ricchezza. Ogni gradino dell’altare con pani di disegni diversi frutto di un certosino e artistico lavoro di Gaetano Pecoraro. Queste forme di pane hanno arricchito nel tempo gli altari ai quali provvedevano le donne per confezionarli. E facendo un salto all’indietro negli anni tra le donne alcamesi più abili nella lavorazione dei pani di San Giuseppe dono da ricordare Angela Verme, Antonina Arcilesi,  Marisa Meo, Rosa Finazzo, Onofra Cosentino, Antonina e Maria Piccolo. Oggi sono poche le donne in grado di portare avanti questa tradizione alla quale è particolarmente legato Gaetano Pecoraro artefice della lavorazione dei pani dell’altare accanto alla chiesa dei santi Paolo e Bartolomeo. La tradizione è una bellezza da conservare e va sempre tramandata e rispettata. E nel corso San Francesco di Paola un piccolo altare realizzato da Vita Ditta per invocare San Giuseppe affinchè trionfi la pace tra i popoli.

Camion prende fuoco in marcia, ‘fuggi fuggi’ in pieno centro ad Alcamo. Guasto elettrico (VIDEO)

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Panico e fuggi fuggi generale ieri nel pomeriggio ad Alcamo per un improvviso incendio che ha avvolto la cabina motore di un automezzo della Roma Costruzioni, la ditta che in città si occupa della raccolta dei rifiuti e degli altri servizi ambientali. Il mezzo pesante stava percorrendo il corso generale Medici quando, nei pressi dell’incrocio con corso de Mille, una fiammata ha avvolto la parte anteriore del camion. Il conducente, poco prima quindi di imboccare piazza Pittore Renda, è riuscito a scendere immediatamente dal camion e a mettersi in salvo senza riportare alcun danno.

Sul posto sono immediatamente arrivati carabinieri, la cui caserma sorge a pochi metri, e i vigili del fuoco. Il transito, in quella che è una trafficatissima via d’accesso alla città di Alcamo, è andato in tilt nonostante l’intervento delle pattuglie della polizia municipale.  Tanto panico fra residenti e passanti che temevano anche un’esplosione. I vigili del fuoco hanno però rassicurato e tutti e, nonostante l’alta e nerissima coltre di fumo, sono riusciti in poco tempo ad avere ragione delle fiamme. Il camion della Roma Costruzioni è rimasto quindi danneggiato soltanto nella sua parte anteriore. Pare che non ci siano dubbi sulle cause del rogo. In un mezzo in cammino non può trattarsi d’altro se non di un guasto all’impianto elettrico.  Sono comunque ancora in corso le verifiche da parte dei meccanici della Roma Costruzioni e dei tecnici dei vigli del fuoco.  Le fiamme, molto intense e nerissime, hanno anche provocato alcuni danni anche ad un’autovettura che, nel momento in cui è scoppiato l’incendio, si trovava a poca distanza dal camion incendiato.

Omicidio Amatuzzo, la corte d’appello conferma l’ergastolo per il castelvetranese Favara

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Nessuna attenuante e nessuna riduzione della pena. Anche in secondo grado la Corte d’Assise di Appello di Palermo (presieduta da Angelo Pellino) ha condannato al carcere a vita Ernesto Favara, 65 anni, il pescatore castelvetranese che il 24 dicembre 2022, proprio alla viglia di natale, uccise la giovane moglie, Maria Amatuzzo, nella sua casa di Marinella di Selinunte. Il 22 luglio scorso Favara era stato condannato in primo grado, dal tribunale di Trapani, sempre all’ergastolo. Maria Amatuzzo, palermitana, dopo avere lasciato il pescatore castelvetranese ed avere intrapreso una nuova storia d’amore con un latro uomo, fu vittima di ingiurie, vessazioni, minacce e aggressioni fisiche da parte di Favara e poi il pomeriggio del 24 dicembre cadde nel tranello di raggiungere l’ex marito nella casa di Marinella di Selinunte. Qui venne aggredita e accoltellata violentemente, con almeno 12 fendenti all’addome, dal 65enne nel garage della loro casa.

Subito dopo l’efferato omicidio i carabinieri, chiamati da una vicina che aveva sentito le urla della vittima, trovarono l’ex marito con ancora in mano il coltello intriso di sangue. “Mi ha fatto perdere le bambine” aveva detto l’omicida al fratello, coinquilino della coppia a Marinella di Selinunte, che durante l’uccisione della giovane donna si trovava nell’appartamento, chiuso nella propria stanza. Marito e moglie, lui 64 anni lei soltanto 29, avevano entrambi altri matrimoni alle spalle. L’uomo, vedovo, aveva avuto due figli dal primo matrimonio. La vittima, a sua volta, aveva avuto due figli, nati da storie precedenti, e che non vivevano più con lei.

Il rapporto tra Amatuzzo e Favara era diventato “burrascoso” e la nascita di due gemelle non aveva migliorato le cose. Le bimbe erano state affidate a una comunità alloggio. La difesa di Favara aveva chiesto la derubricazione del reato in omicidio preterintenzionale, ma né la corte d’assise di Trapani e nemmeno quella d’appello di Palermo anno accolto tale proposta.  Ernesto favara resta condannato all’ergastolo. Il legale del pescatore castelvetranese, l’avvocato Margherita Barraco, ha annunciato ricorso in Cassazione.

Scandalo referti nell’ASP di Trapani, pressioni per silurare Croce

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Le pressioni a Fratelli d’Italia per ottenere le dimissioni di Ferdinando Croce da dirigente dell’Asp di Trapani. Su questo fonte fa pressione  il presidente della Regione, Renato Schifani, per scongiurare l’inizio di un procedimento sanzionatorio che porterebbe ugualmente alla revoca dell’incarico ma con tempi lunghi, incompatibili con un «allarme sociale» del quale è scritto in un passaggio  della relazione degli ispettori che hanno indagato sui ritardi di mesi nella consegna degli esami istologici ai pazienti. L’analisi degli ispettori elencata in 5 pagine piene di rilievi nei confronti di Croce e anche dei medici del reparto di anatomia patologica.

Figurano anche due pagine firmate dall’assessore Daniela Faraoni e dai due massimi dirigenti della Sanità, Salvatore Iacolino e Giacomo Scalzo nelle quali si cita «una significativa sottovalutazione del problema» all’origine dei ritardi di mesi nella consegna dei referti. E in un altro passaggio a Croce viene contestato «di aver prospettato la soluzione dei problemi in tempi brevi e indicato un numero di esami arretrati di gran lunga inferiore a quello reale (330 a fronte di 3 mila)». Da qui le conclusioni della Faraoni, inviate a Schifani: «Gravi responsabilità gestionali a cui la direzione avrebbe dovuto porre rimedio con interventi concreti». Alla luce di questi riscontri alla Regione la decisione di rimuovere Croce è già maturata. Ma ieri Schifani non  ha fatto trapelare le sue intenzioni. Un silenzio motivato dal fatto che dal punto di vista operativo la rimozione di un manager della sanità pubblica è un atto definito dai tecnici «molto complesso».

Dopo la relazione degli ispettori, l’ assessora Faraoni dovrà inviare a Croce delle contestazioni per avviare un  e proprio procedimento amministrativo. A queste contestazioni il manager può rispondere con delle controdeduzioni. Alle quali deve seguire una valutazione da parte della Regione. Il provvedimento di revoca così redatto dovrebbe passare dalla commissione Sanità dell’Ars che deve esprimere un parere. ll presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha espresso le proprie scuse in merito al ritardo nella consegna dei referti medici all’Asp di Trapani, sottolineando l’importanza della responsabilità politica anche in assenza di un coinvolgimento diretto. La vicenda, che ha destato grande preoccupazione tra i cittadini, riguarda circa 160-170 casi positivi su un totale del 5% dei referti analizzati.

La sanità in provincia di Trapani è attualmente al centro di una crisi gravissima, messa in evidenza dalla inchiesta . Un problema che ha avuto conseguenze complesse e serie per i pazienti, alcuni dei quali hanno visto la propria condizione di salute peggiorare irreparabilmente a causa della lentezza del sistema sanitario locale. Ma è la sanità in tutta Italia è  in coma: carenza di sanitari, mesi e mesi di attesa per una visita tanto per citare due esempi e il governo non fa nulla per queste emergenze.

A Casteldaccia manifestazione nazionale sindacale per il primo maggio

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Saranno la sicurezza sul lavoro e la salute i temi al centro della celebrazione del Primo Maggio con tre manifestazioni unitarie dei sindacati che si svolgeranno la mattina, in contemporanea, in tre luoghi simbolici del Paese. In Sicilia la manifestazione si terrà a Casteldaccia con la segretaria della Cisl, Daniela Fumarola. Sicurezza sul lavoro tema di drammatica attualità e proprio ieri ben cinque morti in Sicilia, dove sono pochi gli ispettori e i controlli vengono fatti a macchia d’olio. Nonostante gli appelli anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in tanti escono la mattina da casa per andare a lavorare ma in molte occasioni non vi fanno più ritorno,  I cinque operai morti nel solaio e nella vasca della rete fognaria a Casteldaccia non sarebbero dovuti scendere all’interno della stazione di sollevamento: il contratto di appalto stipulato con Amap, la municipalizzata che aveva dato alla loro ditta – la Quadrifoglio group – prevedeva che l’aspirazione dei liquami avvenisse dalla superficie attraverso un autospurgo e che il personale non scendesse sotto terra. Ecco perché nessuna delle vittime indossava la mascherina né aveva il gas alert, un apparecchio che misura la concentrazione dell’idrogeno solforato, il gas che poi li ha uccisi. Un immane tragedia, quel 6 maggio 2924, in cui persero la vita cinque operai, fra cui due alcamesi. Epifanio Alsazia, originario di Partinico ma da decenni residente ad Alcamo, e Roberto Raneri. Poi il partinicese Ignazio Giordano, il sancipirellese Giuseppe Miraglia e il palermitano Giuseppe La Barbera. Tutti morirono soffocati dal gas letale sprigionatosi da un impianto fognario che stavano ispezionando. Indagini ancora in corso della Procura di Termini Imerese.

Basket, Shark Trapani mostruosa e primato. ‘Golfo’, peggiore prestazione ma vince (Interviste)

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Trapani è in testa nel massimo campionato di basket maschile. I granata hanno conquistato la vetta con una prestazione mostruosa ai danni di Trieste, squadra che naviga nella parte alta della classifica. Il finale di 131 a 88 contiene tutta una serie di record stagionali e assoluti. Partiamo da questi ultimi. 37 assist in una gara rappresentano il massimo in tutta la storia della serie A; altro record assoluto 9 giocatori in doppia cifra. 131 punti realizzati è il settimo punteggio più alto nella storia del massimo torneo italiano di pallacanestro maschile. Tanti i record stagionali sbriciolati. Oltre ai 131 punti realizzati anche i 41 punti in un quarto, i 70 all’intervallo lungo, i 78 punti ottenuti dalla panchina, le stratosferiche percentuali al tiro (73% da tre, 73,5 complessivo dal campo), 50 canestri segnati in una sola partita. I trapanesi sognano. Non sono poi mancate polemiche e piccole contestazioni che hanno visto protagonista il patron Valerio Antonini. Ma questa è un’altra storia.

E passiamo al basket femminile, in gara 1 di semifinale la ‘Golfo’ paga lo scotto di un mese di stop e della tensione tipica della squadra costruita per vincere e che quindi non può sbagliare. Nonostante però la peggiore prestazione stagionale e l’approccio non ottimale al match le alcamesi hanno vinto il primo atto delle semifinali per 58 – 51 dopo avere toccato un vantaggio massimo di più venti. Poco movimento senza palla, pitturato presidiato come un fortino dalla Stella, difficoltà ad attaccare una squadra che è riuscita praticamente a sporcare quasi tutti i palloni. Meriti quindi alla Stella ma anche demeriti alla Golfo che ha pure dovuto fare i conti con un paio di big completamente fuori dalla partita. ‘Golfo’ comunque sempre in vantaggio e rilanciate, nei momenti più difficili, da ‘bombe’ e difesa di Messana e Vella nonché dall’ottima presenza in campo di Sarni. Finisce 58 – 51 con Alcamo che ha messo dentro i punti che solitamente, in tutta la stagione, aveva segnato in 25 minuti di gara e con la Stella che ha invece rispettato i suoi bottini stagionali. La serie di semifinale è quindi sull’uno a zero e venerdì al PalaMangano ci sarà il confronto bis.

Sport e natura al Trail dello Zingaro, due percorsi per il turismo sostenibile

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Oltre 170 i partecipanti provenienti da diverse parti d’Italia ed Europa, che hanno attraversato gli spettacolari sentieri della Riserva Naturale per l’edizione 2025 del “Trail dello Zingaro”. L’evento, che ha preso il via ieri con la prima tappa dal suggestivo borgo di Scopello, rappresenta l’apertura del circuito Ecotrail Sicilia, un’iniziativa dedicata allo sport e alla valorizzazione del territorio. La manifestazione ha visto la partecipazione di atleti e appassionati di camminata sportiva, accolti e premiati dall’amministrazione comunale di Castellammare del Golfo.

Tra le autorità presenti, l’assessore allo sport Giovanni D’Aguanno ha evidenziato l’importanza dell’iniziativa per la promozione del turismo sostenibile e del patrimonio naturalistico locale. Presente anche Giuseppe Norfo, capogruppo consiliare della maggioranza, unico castellammarese a completare il percorso di 16 km in 3 ore e 40 minuti. Due le distanze proposte per questa edizione: una gara da 33 km con un dislivello di 2.400 metri e una competizione più breve da 16 km con 980 metri di dislivello, disponibile anche nella versione non competitiva. Gli appassionati hanno potuto scegliere di partecipare come agonisti, camminatori o volontari, immergendosi in un itinerario mozzafiato all’interno della riserva. L’evento è stato organizzato dall’Asd Ecotrail Sicilia con il supporto del Soccorso Alpino e Speleologico Siciliano e dell’associazione ANOPAS. Ha inoltre ricevuto il patrocinio del Comune di Castellammare del Golfo, dell’Ente Riserva Naturale Orientata dello Zingaro, dell’Assemblea Regionale Siciliana e dell’Assessorato Regionale alle Risorse Agricole e Alimentari.

Durante la presentazione ufficiale dell’evento, avvenuta presso l’aula consiliare di corso Mattarella a Castellammare del Golfo, il sindaco Giuseppe Fausto e l’assessore D’Aguanno hanno sottolineato come l’iniziativa rappresenti un’importante occasione per promuovere il territorio e il suo straordinario patrimonio naturalistico.

Visori 3 D contro le molestie sessuali, progetto delle ‘Pleiadi’ di Alcamo

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Visori in 3D per  imparare a difendersi dalle molestie maschili, dalle espressioni volgari di natura sessuale, volgare e minacciosa ad una donna incontrata per strada o in un locale pubblico. Il progetto si chiama “cat-calling”, portato avanti  ad Alcamo dall’associazione “Le Pleiadi”, presieduta da Elisa Palmeri,   che dal 2008, senza fini di lucro, promuove e  tutela i diritti delle donne al fine di favorire l’emersione ed il contrasto della violenza di genere. Due ricercatrici: Federica Merenda e Carolina Marconi, della scuola superiore Sant’Anna, istituto pubblico di istruzione universitaria e ordinamento speciale di Pisa, terranno il corso a 50 studenti del liceo classico di Alcamo il tre e quattro aprile prossimi.

“Lo scopo è quello- dice Elisa Palmeri- di indicare comportamenti corretti per fronteggiare situazioni di pericoli per le donne importunate in strada”. Il progetto si rivolge a studenti e ad adulti. Di recente la stessa associazione ha promosso un concerto come momento di ascolto  e comprensione reciproca, sempre nell’ambito delle iniziative per favorire l’emersione e il contrasto della violenza di genere. La lezione è stata tenuta dal famoso chitarrista Francesco Buzzurro agli studenti del liceo scientifico di Alcamo. “Le Pleiadi”, organizzazione di volontariato assiste mediamente una quarantina di donne l’anno.

La sede è ad Alcamo, ma è tenuta segreta per tutelare operatrici e donne vittime di violenze psicologiche e a volte anche fisiche. C’è il numero telefonico: 371-3890568 che si può chiamare per chiedere assistenza. Il 20 per cento sono donne extracomunitarie. L’associazione “Le Pleiadi” collabora con le scuole del territorio per azioni di sensibilizzazione e prevenzione della violenza di genere. Promuove incontri con associazioni e scuole per la prevenzione ed il contrasto di ogni forma di violenza. Ora parte il progetto “cat-calling”.

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