Avrebbe occupato abusivamente un alloggio popolare che era stato assegnato ad una donna e alla figlia minorenne. Un pregiudicato marsalese è stato arrestato dalla polizia nell’ambito di una indagine per combattere il fenomeno degli immobili dello Iacp occupati abusivamente, Interessato il quartiere Amabilina, a Marsala. L’uomo è stato raggiunto da una ordinanza di custodia cautelare. Secondo le indagini madre e figlia sarebbero state minacciate affinché lasciassero libera la casa che gli era stata assegnata. Casa che poi l’indagato avrebbe di fatto occupato, danneggiando il portone d’ingresso. Quando i poliziotti si sono recati nella sua abitazione per notificargli il provvedimento restrittivo avrebbe tentato di disfarsi di una pistola giocattolo priva di tappo rosso e della canna di un fucile, lanciandoli dalla finestra. Sequestrate anche due pistole ad impulsi elettrici e un coltello di grosse dimensioni. La casa è stata sequestrata e riaffidata allo Iacp. Per il marsalese il giudice aveva disposto gli arresti domiciliari, ma essendosi rifiutato di indossare il braccialetto elettronico è stato tradotto in carcere
Allenta tra mafie. Chiesto il carcere per parente di Messina Denaro
Il tribunale del Riesame di Milano ha accolto il ricorso della Dda che ha richiesto la custodia cautelare in carcere per Paolo Aurelio Errante Parrino una delle figure principali della maxi inchiesta «Hydra» su una presunta alleanza tra Cosa Nostra, ’ndrangheta e camorra. Parrino, 77 anni, secondo gli inquirenti, sarebbe stato il «punto di raccordo» tra il presunto «sistema mafioso» in Lombardia e il «capo dei capi» Matteo Messina Denaro, che era anche suo cugino da parte di madre. Le indagini hanno portato alla scoperta ad una presunta associazione tra le tre mafie. Il Gip un anno fa, aveva rigettato 142 istanze di misura cautelare su 153, disponendo 11 arresti, bocciando l’accusa di associazione mafiosa come «consorzio» delle tre mafie, ribattezzato dai pm «sistema mafioso lombardo». La Dda ha fatto ricorso su un totale di 79 posizioni. Una serie di ordinanze sono state depositate nei giorni scorsi e ora il Riesame ha notificato anche quelle in accoglimento di altri ricorsi sulla custodia cautelare in carcere per Bernardo, Domenico e Michele Pace. Questi ultimi, così come Errante Parrino e gli altri, potranno, però, impugnare la decisione, che non è immediatamente esecutiva, in Cassazione. Venne abbassata il 24 marzo scorso, con la pietosa bugia (“Chiuso per restauro”) scritta su un foglio a penna, la saracinesca del bar Las Vegas di Abbiategrasso di Errante Parrino.
Ottantotto al via per lo slalom sul Bonifato di Alcamo
La commissione provinciale dei pubblici spettacoli ha dato parere favorevole al percorso dove domenica si svolgerà la settima edizione dello slalom “Città di Alcamo “sul Monte Bonifato. Chiuse anche le iscrizioni e sulla carta sono 88 le vetture che si sfideranno lungo i tornanti. Favorito per l’assoluto Salvatore Arresta nel Gruppo E2 Sc che dovrà difendersi dagli attacchi di Rocco Aiuto, Giuseppe Virgilio, Nicolò Incammisa e Andrea Raiti. Folta la rappresentanza di piloti alcamesi dove spiccano Dino Blunda e Pietro Dattolo che possono lottare per le prime posizioni. Al via nelle varie categorie, Vincenzo Coraci, Mauro Cacioppo, Antonino Blunda. Nel gruppo auto storiche figurano Nicola Cassarà, Salvatore Spinelli e Andrea Ferrarella. Anche quest’anno la provincia di Trapani ha ospitato diverse gare, affidate all’organizzazione del Promoter Kinisia, presieduta da Peppe Licata, che ad Alcamo ha Mario De Simone come riferimento. Nella edizione 2023 sono stati sono stati 112 gli iscritti. Il tracciato è di 2.950 metri con nove postazioni e 4 barriere per rallentare la velocità., da fare tre volte. La gara domenica dalle 8,30. Le verifiche delle auto domani sabato in piazza Bagolino. Il mazarese Totò Arresta è scatenato in questo scorcio finale di stagione agonistica tra gli slalom ed è quindi il favorito per la vittoria. Sui tornanti del Monte Bonifato si sono svolte tredici edizioni di cronoscalate: la prima nel 1963. E saltuariamente sino al 1983.
In aeroporto Falcone e Borsellino totem letterari e podcast. Un’offerta culturale per i passeggeri
L’aeroporto internazionale Falcone Borsellino di Palermo avvia oggi un nuovo servizio culturale dedicato ai passeggeri in transito. L’iniziativa, denominata “Totem letterari e podcast”, consente ai viaggiatori di scaricare gratuitamente racconti e podcast inediti di autori siciliani direttamente su smartphone, tablet o pc, da leggere e ascoltare durante il viaggio o nell’attesa del volo. Il progetto “Totem letterari e podcast” ha l’obiettivo di arricchire l’offerta culturale dell’aeroporto di Palermo, trasformandolo in un punto di incontro tra viaggio e cultura. Grazie alla collaborazione con scrittori siciliani, i passeggeri possono accedere gratuitamente ai contenuti multimediali esclusivi inquadrando semplicemente il QRcode stampato sui totem, posizionati nell’area partenze. I totem, inoltre, conterranno anche la foto e una breve biografia dell’autore/autrice. “Questo progetto nasce dal desiderio di arricchire l’esperienza dei viaggiatori – dice Salvatore Burrafato, presidente di Gesap, società di gestione dello scalo aereo palermitano -, offrendo loro un’opportunità unica di immergersi nella lettura o nell’ascolto di un podcast dai contenuti esclusivi. I tre talentosi autori siciliani hanno scritto e creato storie inedite per i passeggeri in transito, e questo rende più interessante l’iniziativa culturale, perché sarà una vera e propria scoperta”. Protagonisti di questa prima edizione di “Totem letterari e podcast” all’aeroporto di Punta Raisi sono tre giornalisti/scrittori siciliani: Alessia Franco con il racconto “L’isola degli alberi cavi”: un viaggio nel mondo delle fiabe contemporanee. Gery Palazzotto con il podcast “Materia prima – la morte dimenticata di Libero Grassi”. Salvo Toscano con il racconto “True colors”: narrativa moderna e avvincente.
Favignana. Illuminazione su strada provinciale, fatti i lavori (Intervista)
Sono stati completati a Favignana i lavori per la realizzazione del nuovo impianto di pubblica illuminazione della Strada Provinciale 39 Tre Croci – Punta Lunga. L’opera, eseguita dall’impresa Sofia Costruzioni S.r.l. di Agrigento, consentirà di migliorare la viabilità e la sicurezza stradale lungo una delle arterie più trafficate dell’isola, che collega il centro abitato al versante ovest.
Inchiesta formazione, “sistema rodatissimo”. Sospesi 5 consiglieri comunali
Due le ordinanze che hanno duramente colpito il gruppo politico che fa capo all’ex senatore alcamese Nino Papania, attualmente in carcere per un’altra inchiesta su scambio elettorale politico-mafioso. La prima del GIP Massimo Corelo del tribunale di Trapani e la seconda del Gip di Marsala, Annalisa Amato. In quest’ultimo provvedimento spuntano i consiglieri comunali di Marsala Michele Maurizio Accardi, Vanessa Titone e il navigato
Pino Ferrantelli; l’ex presidente del consiglio comunale di Custonaci, oggi consigliere di opposizione, Vincenzo Monteleone; il giovane consigliere comunale di Castelvetrano, Antonio Giancana, e Manfredi Vitello, ex componente, una decina di anni fa, del massimo consesso civico di Cinisi e vice-presidente di Cesifop, uno degli enti di formazione coinvolti. Per quest’ultimo, così come per l’alcamese Angelo Rocca e il marsalese Ignazio Chianetta, il GIP ha disposto gli arresti domiciliari. Stesso provvedimento per l’ex senatore Papania che comunque si trova già detenuto al carcere di Pagliarelli.
Secondo il Gip esisterebbe un concreto rischio che gli indagati, se non sottoposti a misura cautelare, potessero interferire sull’acquisizione e sulla genuinità delle prove. Infatti il gruppo avrebbe dimostrato di possedere un collaudato e ramificato sistema di predisposizione di false attestazioni.
Tramite un professionista, per il quale sta procedendo un’altra autorità giudiziaria, venivano sistemati i curricula delle persone che non avevano alcuni requisiti e che poi venivano regolarmente assunte. Insomma la formazione professionale e i relativi fiannziamenti europei venvano utilizzati da un alto per aumentare il consenso elettorale e dall’altro come una sorta di bancomat personale. Alla luce delle indagini e della grande mole di intercettazioni, il gip di Marsala ha quindi disposto gli arresti domiciliari per Nino Papania, il suo braccio destro Angelo Rocca, il marsalese Ignazio Chianetta e Manfredi Vitello di Cinisi. Ha anche vietato ai quattro di comunicare fra loro con qualunque mezzo o per interposta persona e disposto il divieto di dimora nei comuni di residenza per sei mesi a carico di Ferrantelli, Accardi, Titone e Monteleone. Immediata inoltre la decadenza dalla carica di consigliere comunale per i marsalesi Pino Ferrantelli, Maurizio Accardi e Vanessa Titone, per il custonacese Vincenzo Monteleone e per il castelvetranese Antonio Giancana.
‘Ruina’. Chiesti 78 anni di carcere, 20 per Pidone e 16 per Barone. Prosciolto Accardo
È stata definitivamente archiviata la posizione di Antonino Accardo, ex sindaco di Calatafimi/Segesta che, dopo il suo coinvolgimento nell’operazione Ruina rassegnò, nel dicembre del 2020, le dimissioni da primo cittadino. Le accuse a carico dell’ex sindaco sono decadute perché rivelatesi prive di fondamento. Intanto il processo ‘Ruina’ sta per arrivare a sentenza. Il verdetto è previsto per il prossimo 31 ottobre. Nella sua requisitoria il Pm della Procura di Palermo Pierangelo Padova ha chiesto complessivamente 78 anni di carcere per i tredici soggetti coinvolti. L’indagine, condotta dalla Squadra mobile di Trapani, ha fatto luce su un sistema di collusioni tra mafia e politica, con epicentro tra Calatafimi e i comuni circostanti. Tra le richieste di condanna più pesanti, spiccano i 20 anni per il boss di Calatafimi Nicolò Pidone e 16 anni per il dirigente comunale di Trapani Salvatore Barone. Quest’ultimo è accusato di avere favorito la famiglia mafiosa di Calatafimi, occupandosi di questioni economiche legate alla cantina Kaggera, che risultava coinvolta in operazioni illecite finalizzate al riciclaggio e alla gestione di affari economici. Tra gli altri imputati, il Pm ha chiesto 10 anni per Giuseppe Aceste e Stefano Leo, accusati di partecipazione a un’organizzazione mafiosa, mentre per Giuseppe Fanara e Leonardo Urso la richiesta è di 13 anni ciascuno. Le indagini, scaturite nell’operazione del 2020, hanno messo in luce una stretta connessione tra mafia, politica e affari, con particolare riferimento all’influenza della famiglia mafiosa di Vita, capeggiata da Calogero, e alla gestione delle attività economiche locali attraverso accordi pilotati. Martedì prossimo le arringhe degli avvocati difensori e giovedì 31 ottobre la sentenza.
M5S avvia incontri con ATI per ascoltare le esigenze dei sindaci del trapanese (Intervista)
Sono partiti proprio da Trapani gli incontri che il Movimento 5 Stelle ha predisposto con gli ATI idrici. Un modo, dicono i pentastellati, per dare voce alle istanze che giungono dai sindaci che ogni giorno affrontano l’emergenza idrica e la rabbia dei cittadini. “Nell’immediato – ha detto il coordinatore regionale 5 Stelle, Nuccio Di Paola – cercheremo di dare spazio a proposte e progetti concreti sulle reti idriche che giungono dai territori e dai sindaci facendo leva sulle risorse disponibili nella manovra di bilancio in discussione”. All’incontro di Trapani, presso la Sala Sodano di Palazzo d’Alì, ha partecipato anche la deputata regionale trapanese del M5S, Cristina Ciminnisi. Presenti il presidente dell’ATI e sindaco di Calatafimi Segesta, Francesco Gruppuso, e numerosi altri sindaci del territorio.