Tribunale di Marsala ha condannato a tre anni di carcere ciascuno Giuseppe Armata e Nicolò Tardino, originari di Mazara del Vallo, accusati di avere favorito la latitanza del pregiudicato mazarese Vito Bigione, condannato a 15 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e catturato il 4 ottobre 2018 ad Oradea (Romania) nell’ambito di un’operazione internazionale coordinata dalla Dda di Palermo ed eseguita da Squadra mobile di Trapani, Sco, polizia romena e Interpol. A chiedere la condanna di Armata e Tardino (reato contestato: procurata inosservanza di pena) è stato il pm della Dda di Palermo Francesca Dessì. Nell’ottobre 2020, i due imputati condannati rimasero coinvolti in un’indagine della polizia che, per fare luce sulla rete dei presunti favoreggiatori di Bigione, effettuò perquisizioni a Mazara del Vallo, Bologna e Imola. Le indagini «sia di tipo tradizionale che di natura tecnica – spiegarono gli investigatori – hanno permesso di identificare un gruppo di persone, tra cui alcune del tutto insospettabili, che, in vari modi e con ruoli diversificati, avevano dato alloggio, favorito la fuga all’estero e fornito assistenza, economica e non, al latitante».
Truffa sul gasolio agricolo, indagato anche un partinicese di 35 anni
L’indagine è partita dalla procura di Catania, e non è la prima che dalla procura etnea raggiunge aziende e depositi di carburanti del palermitano e del trapanese. Fra gli indagati dell’organizzazione criminale che realizzava ingenti profitti vendendo su larga scala gasolio agricolo in tutta la Sicilia, evadendo Iva e accise, smantellata dall’operazione “Green diesel”, anche il partinicese Marco Lo Cascio di 35 anni. La Guardia di Finanza, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, hanno condotto accertamenti mirati che da Catania hanno raggiunto anche la provincia di Palermo.
Sono 14 le misure cautelari applicate e 15 gli indagati. Le accuse riguardano: associazione a delinquere, sottrazione fraudolenta all’accertamento e al pagamento delle accise su prodotti energetici, emissione di fatture per operazioni inesistenti, frode in commercio e autoriciclaggio. Le indagini hanno svelato un gruppo criminale che operava su vasta scala in tutta la Sicilia. L’organizzazione era specializzata nella commercializzazione di grossi quantitativi di gasolio agevolato per uso agricolo, evadendo l’Iva e le accise. Questo prodotto, destinato all’agricoltura, beneficia infatti di un’aliquota Iva ridotta al 10% rispetto al 22% ordinario e di accise inferiori di 50 centesimi al litro. Costi nettamente inferiori rispetto ai normali prezzi di mercato. Il sistema di frode prevedeva l’acquisto di gasolio agricolo da parte delle società “G & G s.r.l.” di Palermo e “D.I. Marte Petroli” di Catania che poi veniva destinato a usi soggetti a maggiore imposta, come l’autotrazione, e quindi con ingenti guadagni.
Le indagini hanno ricostruito un sistema in cui la società palermitana, dopo aver acquistato il gasolio agevolato, lo cedeva a una società “cartiera” priva di deposito e struttura organizzativa. Poi veniva rivenduto in nero come gasolio da autotrazione, a prezzi concorrenziali. Inoltre, la G&G, per abbattere i ricavi e il debito Iva derivanti dalle vendite fittizie riceveva fatture per operazioni inesistenti da “Fast Fuel S.r.l.” e “Gold Black S.r.l.”, gestite dal partinicese Marco Lo Cascio, 35 anni, e Giuseppe Pietro La Quatra, di 34 anni.
Cresce l’export nel trapanese, + 13 milioni nel secondo semestre del 2024
Trapani sta conoscendo un florido periodo di rilancio economico soprattutto sui mercati internazionali. Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, l’export della provincia di Trapani continua a crescere: nel secondo trimestre di quest’anno le imprese hanno venduto all’estero merci per un valore di 125,8 milioni, in notevole aumento rispetto ai 112,3 milioni dello stesso periodo dell’anno scorso; e hanno importato beni per 187,4 milioni, in aumento di 26 milioni rispetto ai 161,8 milioni di marzo-giugno 2023. “Segno – commenta Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia e commissario straordinario della Camera di commercio di Trapani – di una grande vivacità che fa perno non solo sulla qualità delle eccellenze del territorio, ma anche sugli investimenti in tecnologie, innovazione, nonché su quelli avviati per rafforzare le infrastrutture portuali, aeroportuali e ferroviarie”.
E proprio per rafforzare e rendere stabile questa crescita dell’export le imprese del Trapanese saranno al centro di un incontro, domani, 18 ottobre, alle ore 9,30, presso la Camera di commercio di Trapani, in Corso Italia, 26, con l’assessore regionale alle Attività produttive, Edy Tamajo, nell’ambito del Road show per l’internazionalizzazione del sistema delle imprese siciliane organizzato dallo Sportello Sprint della Regione siciliana. “A Trapani – spiega l’assessore Edy Tamajo – abbiamo l’occasione di confrontarci con le imprese di un territorio che ha sempre mostrato una grande capacità di adattamento e innovazione. Il governo Schifani, insieme al mio assessorato, sta lavorando per sostenere il rilancio economico della Sicilia, e incontri come questo sono fondamentali per ascoltare le esigenze degli imprenditori e trovare soluzioni che rispondano alle loro necessità. La collaborazione con Unioncamere Sicilia – aggiunge Tamajo – ci permette di monitorare da vicino le tendenze e i bisogni del tessuto produttivo locale. Siamo consapevoli che il nostro impegno deve concentrarsi nel fornire strumenti concreti che facilitino la crescita, l’innovazione e l’occupazione, con particolare attenzione ai settori strategici che fanno della Sicilia un punto di riferimento, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale”.
Colombaia di Trapani. Marrocco: “Inizio imminente dei lavori da 27 milioni”
“Siamo ormai ad un passo dall’inizio dei lavori finanziati con il PNRR che vedranno il recupero totale dell’intero Castello della Colombaia, simbolo non solo storico per l’intera comunità trapanese ma anche culturale per tutta la regione Sicilia.” Lo afferma Livio Marrocco, Presidente dell’Istituto di Studi Economici e Sociali Nova Civitas ed ex deputato regionale. “I 27 milioni stanziati con il PNRR sono frutto di un impegno continuo e costante, silenzioso, che inizia con l’Assessore Samonà – dice Marrocco – ed è proseguito con Scarpinato”. “Come presidente di Nova Civitas, che ha adottato la Colombaia come suo logo distintivo, sono particolarmente orgoglioso di questo risultato. Abbiamo lavorato per difendere questo simbolo da sempre, fin dal 2010 quando feci finanziare la sua messa in sicurezza”. In concomitanza con l’avvio dei lavori, Nova Civitas insieme a l’Ente di Istruzione e Formazione Professionale Futura con il contributo dell’Assessorato dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana terrà un ciclo di conferenze dal titolo “Colombaia, libro di pietra”. Incontri, rivolti a scuole e associazioni locali, mirano a condividere le nuove scoperte effettuate sul Castello della Colombaia e a discutere le problematiche e le potenzialità legate al suo recupero. Il programma prevede presentazioni illustrate tenute da esperti, tra cui l’Arch. Giovanni Vultaggio, autore di recenti pubblicazioni sulla Colombaia, oltre a momenti di interazione con il pubblico. “Invito tutte le realtà del territorio – ha concluso Livio Marrocco – a partecipare a questi importanti momenti di conoscenza e confronto sul futuro di uno dei simboli più preziosi della nostra città e della nostra regione”.
Il Consilio comunale di Alcamo annulla delibera su immobili abusivi
Il consiglio comunale di Alcamo, un solo a astenuto dei 16 presenti, ha annullato d’ufficio la delibera consiliare del 24 aprile 2014 nella parte in cui sottrae gli immobili alla demolizione per destinarli a finalità di interesse pubblico. La delibera è stata contestata dalla Procura della repubblica di Trapani con note inviate al Comune, sia con una sentenza della Cassazione penale del 2022 che di fatto hanno sancito la illegittimità della delibera che fu adottata dal consiglio comunale 10 anni fa. Si tratta di 54 immobili già acquisiti al patrimonio del Comune che non contrastano con rilevanti interessi urbanistici da destinare a finalità pubbliche. Ma queste finalità non sono state perseguite. Le case abusive interessate a questa delibera sono distribuite a macchia di leopardo su tutto il territorio soprattutto nelle contrade Canalotto, Calatubo, Palmeri, Maruggi, Alcamo Marina, Modica, Faranda, Valle Nuccio, Scampati e Vitusi. Ieri sera il consiglio comunale ha approvato una serie di emendamenti con la quale autorizza l’ufficio tecnico ad analizzare pratica per pratica come da sentenza della Cassazione. Invece nell’aprile 2014 erano state approvate tutte in blocco. L’abusivismo edilizio ha caratterizzato quasi tutto il territorio alcamese tanto che con le varie sanatorie sono stata presentate oltre 12 mila domane. Ne restano da esitare circa 4 mila e 500. L’esame è ripreso dopo oltre un anno e mezzo con l’affidamento delle pratiche a sei tecnici privati. Intanto alla Regione è tornata alla ribalta la proposta di Fratelli d’Italia per una sanatoria agli immobili costruiti a meno di 150 metri dalla battigia
Formazione, altri guai per Papania. Ai domiciliari anche Rocca e Chianetta
I fondi europei della formazione professionale venivano utilizzati come un bancomat personale. Un settore che inoltre forniva tutta una serie di privilegi. Un altro ciclone giudiziario investe l’ex senatore alcamese Nino Papania, già in carcere per voto di scambio politico mafioso, e i suoi fedelissimi, quelli che sono stati ai vertici del movimento VIA confluito poi nell’MpA. Se nell’indagine ‘Eirene’ di un mese fa era rimasto fuori l’alcamese Angelo Rocca, candidato non eletto alle ultime regionali e AD di AST Aeroservizi, stavolta il braccio destro dell’ex senatore è finito ai domiciliari.
L’indagine è stata portata avanti dalla sede palermitana della Procura europea e della Procura di Marsala. Papania e il gruppo di persone indagate, in tutto 24, avrebbero speso i fondi europei della formazione per finanziare il movimento politico Via e aumentare il consenso elettorale. Sarebbe stato proprio l’ex senatore alcamese, raggiunto dalla nuova misura al carcere di Pagliarelli, l’ideatore del meccanismo illecito. Quattordici le persone raggiunte da misure cautelari – fra arresti domiciliari, divieto di dimora e di contrattare con la pubblica amministrazione – ma gli indagati sono in tutto 24 fra cui sei esponenti politici locali e consiglieri comunali in carica. Parenti e amici, pur non avendo le competenze necessarie, avrebbero ottenuto lavori, nomine e promozioni negli enti di formazione in cambio del sostegno elettorale.
Oltre a Papania e Rocca sono stati raggiunti dalla misura degli arresti domiciliari il marsalese Ignazio Chianetta, esponente del movimento Via e molto noto negli ambienti calcistici, e Manfredi Vitello, consigliere comunale a Cinisi. I finanzieri dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Trapani stanno eseguendo una serie di perquisizioni. I reati contestati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, corruzione, malversazione e di condotte di riciclaggio e auto riciclaggio. Il meccanismo illecito ruotava attorno agli enti Cesifop, Ires e Associazione Tai che avrebbero ottenuto indebitamente finanziamenti europei per oltre 8,7 milioni di euro da destinare allo svolgimento di corsi di formazione e di progetti in ambito sociale. Progetti che in parte non sarebbero stati organizzati. Dei finanziamenti previsti circa ottocentomila euro sono stati già percepiti e impiegati, secondo l’accusa, per “spese personali o connesse a iniziative di sostegno del movimento politico Via e a campagne elettorali”.
Altri 2,5 milioni di euro stavano per essere erogati. Il gip ha ordinato il sequestro per equivalente di circa 1 milione di euro, pari all’ammontare delle somme che sarebbero state malversate o riciclate, nonché il sequestro preventivo dei circa 8 milioni di euro residui già finanziati. Tra i 24 indagati anche esponenti politici che rivestono o hanno rivestito cariche nei Comuni di Marsala, Custonaci, Buseto Palizzolo, Calatafimi-Segesta, Castellammare del Golfo ed Erice. Avrebbero contribuito al sistema messo in piedi dall’ex senatore Nino Papania. Fra gli altri indagati l’ex consigliere comunale di Erice, Alessandro Munuguerra, i trapanesi Mario Castelli ex dirigente di Banca Sicula e Banca Commerciale e Filippo Tilotta, gli alcamesi Davide Piccichè, storico autista di Papania, Cinzia Filippi di 32 anni e la quarantenne Antonia Pirrone, la busetana Anna Maiorana.
Inchiesta, Alcamo la città capitale dei corsi di formazione
Per decenni la città di Alcamo è stata una delle capitali siciliane dei corsi di formazione. Una delle sedi principali l’istituto nella Pia Opera Pastore, frequentata da cinquecento giovani, in prevalenza ragazze, per cercare di imparare un lavoro. Estetisti e parrucchieri sono stati i cavalli di battaglia di decine di corsi finanziati dalla Regione, dove il senatore Nino Papania, ha ricoperto anche la carica di assessore al Lavoro. Gli “insegnanti” quasi tutti appartenenti alla stessa “parrocchia”, che ancora attendono stipendi, ovvero seguaci di un ex leader politico, che è stato per decenni “il signore” di Alcamo con la segreteria della via Roma sempre affollata da questuanti. Chiedevano un posto di lavoro in qualche corso o cooperativa. Ma non ha portato mai fortuna ai suoi più stretti collaboratori: dall’autista al braccio destro che finirono sotto una delle tante inchieste aperte nei confronti di Papania. Ora indagato l’attuale braccio destro Angelo Rocca finito agli arresti domiciliari. Solo indagato anche il suo autista Davide Piccichè. E nel gennaio del 2014 interessamento per lo Ial. Con 600 dipendenti e corsi per un valore di 24 milioni di euro lo Ial è stato uno dei colossi della Formazione. Gestito in passato dalla Cisl, è stato poi ceduto a un gruppo di imprenditori, alcuni dei quali sarebbero stati vicini all’area dell’ex senatore del Pd Nino Papania. Da diversi anni dirige un ufficio nella via Gaetano Martino con figura apicale Angelo Rocca.
Dotato di una fine intelligenza politica è riuscito a fare eleggere ad Alcamo due sindaci e qualche deputato regionale, non alcamese. Il nuovo ordine di custodia cautelare degli arresti domiciliari gli è stato notificato nel carcere Pagliarelli dove si trova recluso dallo scorso 15 settembre nell’ambito dell’operazione Eirene. Il tribunale del riesame di recente ha confermato gli arresti in carcere. Ora gli avvocati attendono le motivazioni per presentare ricorso in Cassazione. Ma i tempi non sono brevi. E’ indagato per voto di scambio politico mafioso. (articolo 416 ter). E da ieri una nuova accusa nei confronti dell’ex senatore, che ha seri problemi di salute, aggravati con la detenzione. Antonino Papania, Nino per gli amici, per quasi 30 anni è stato il punto di riferimento e il regista della politica locale e non solo. Alle ultime comunali sono stati eletti due consiglieri, uno dei quali alcuni giorni fa è passato nella Democrazia cristiana. Per due legislature ha ricoperto la carica di senatore ed è stato vice presidente della commissione Lavori pubblici. E quando era all’apice della carriera politica la commissione dei garanti del Pd lo ha escluso dalla candidatura per le elezioni del 2013 “perché secondo il codice etico non era presentabile”.
Sicurezza alimentare. Scattano sequestri del Nucleo antisofisticazioni tra Trapani e Palermo
Nel corso di controlli mirati a garantire la sicurezza della filiera alimentare e il rispetto delle normative nel settore della ristorazione e in quello vinicolo, i Carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Palermo hanno controllato alcuni ristoranti, cantine e aziende vitivinicole nelle province di Palermo e Trapani. Nel corso delle verifiche, i militari hanno constatato numerose violazioni amministrative riguardanti la mancanza di tracciabilità dei prodotti destinati alla somministrazione, lo svolgimento del servizio di catering in assenza di specifica autorizzazione, l’ampliamento abusivo degli spazi ricettivi degli esercizi commerciali, nonché la mancata comunicazione all’Agenzia delle Dogane dell’aggiornamento della planimetria dei vasi vinari presenti in cantina e la mancata esibizione della documentazione necessaria alla rintracciabilità del prodotto vinoso. Complessivamente, i militari hanno sequestrato circa 100 kg di generi alimentari carenti delle necessarie attestazioni a garanzia della salute del consumatore e circa 700 litri di vino sfuso contenuti all’interno dei silos. Nel complesso, sono state contestate ai responsabili sanzioni amministrative pecuniarie per oltre 10.000 euro. I Carabinieri del N.A.S. di Palermo, in collaborazione con i tecnici della prevenzione e gli specialisti micologi dell’ASP del capoluogo, durante il controllo di due ristoranti hanno sequestrato quasi mezzo quintale di funghi freschi (la maggior parte di tipo porcini), pronti per essere serviti benché privi della necessaria certificazione sanitaria.
Acqua per Castellammare ed Alcamo. Arrivano 450.000 euro
Arrivano altri finanziamenti nel trapanese dalla cabina di regia regionale per l’emergenza idrica. Fra l’altro sono state stanziate le somme al comune di Trapani per il Revamping e il riutilizzo dei pozzi castellammaresi di Inici a favore dei comuni di Alcamo e di Castellammare del Golfo per un importo di 393.235 euro. Al comune del Golfo arrivano inoltre 54.000 euro per la realizzazione di una nuova bretella di collegamento per portare l’acqua ad Alcamo Marina. Gli interventi rivestono carattere di urgenza e i lavori dovrebbero cominciare entro la prima decade di novembre. Al comune di Vita rifunzionalizzazione del pozzo comunale in C.da Lazzareto € 22.000,00 Contributi per la realizzazione di lavori e l’acquisizione di mezzi ed attrezzature; Comune di Mazara del Vallo Realizzazione di due pozzi gemelli, rispettivamente presso il pozzo Bonacasa ed il pozzo San Miceli € 120.000,00 . Inoltre già da qualche settimana anche il Comune di Marsala ha ottenuto il finanziamento per la realizzazione di n. 2 pozzi nell’intorno del pozzo Semeraro per € 320.000 ,00. A questi si aggiunge il finanziamento arrivato a fine agosto del comune di Campobello di Mazara di ulteriori € 98.000, 00 per la realizzazione di un pozzo gemello. Nella prima fase di giugno altri comuni avevano già ottenuto diversi finanziamenti per 1 milione e 500 mila euro circa (Trapani, Calatafimi Segesta, Salemi, Castelvetrano, San Vito lo Capo). In questa maniera la provincia di Trapani ha provveduto a incrementare di circa 250/300 litri al secondo di acqua in più rispetto all’inizio della dichiarazione di emergenza nazionale.