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venerdì, Giugno 6, 2025
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Segnalata la presenza di cinghiali sul Monte Bonifato di Alcamo

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I cartelli stradali sono ben visibili, Nel triangolo è disegnato un cinghiale. Il triangolo segnale di pericolo e invito quindi a fare attenzione perché si tratta di animali che attaccano l’uomo e sui Nebrodi c’è scappato qualche morto. I cartelli sono stati installati lungo strade e sentieri della Riserva Bosco d‘Alcamo a cura del Libero Consorzio  Trapani, che gestisce la Riserva. La Riserva, una delle prime istituite in Sicilia si estende per 330 ettari e gli stessi operai della Forestali hanno riscontrato qualche traccia all’interno della pineta. Poco tempo fa otto operai della Forestale mentre preparavano i viali parafuoco hanno notato in contrada Fastuchera una decina di cinghiali. Per evitare pericoli si sono rinchiusi all’interno delle auto. La presenza di numerosi cinghiali è stata più volte segnalata nel bosco di Agimbè nelle montagne di Inici e in qualche occasione intercettati a Castellammare e anche allo Zingaro.

Un allarme cinghiali scattò nel mese di giungo di due anni fa nella contrada Pigne di don Fabrizio dove abitano tutto l’anno numerose famiglie alcamesi ma durante l’estate si riempie di villeggianti che riaprono le case di villeggiatura. Da una settimana un grosso cinghiale girava nella zona probabilmente a caccia di cibo e si fermava sotto un albero di gelso che si trova a pochi metri da una casa abitata. Per fortuna dopo una settimana il cinghiale non si fece più vedere. La pineta sul Monte Bonifato è molto frequentata per trascorrere in vari modi qualche ora all’aria aperta. Ora occorre fare attenzione. Numerose le manifestazione per le invasioni e la richiesta abbattere  cinghiali, ma  gli animalisti ribattono: “Meno fucili, più scienza”. Secondo l’associazione Gaia Animali & Ambiente “la caccia non è il metodo più efficace per ridurre il numero di cinghiali e senza un approccio basato su dati certi e pianificazioni coerenti non si può arrivare a una soluzione”. E mentre si discute. Si aprono dibattiti il proliferare di cinghiali è un problema di sicurezza pubblica per il quale continuano a tardare le soluzioni. Gli attacchi diretti all’uomo sono rari ma in grado di causare ferite anche letali

Elezioni provinciali. Aperta la corsa alla candidatura di presidente

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Il centrodestra, che è maggioranza in molti comune è al lavoro per individuare i nominativi migliori per non spaccare la coalizione. Il rischio è che in alcune province, dove le lotte pe dominio territoriale sono fortissime, il voto segreto e la doppia scheda per consigliere e presidente finiscano per agevolare chi potrebbe pugnalare alle spalle il candidato designato. In gioco, tra l’altro, c’è una carica che darà visibilità. E si guarda con sospetto al dinamismo di alcuni sindaci. A complicare il tutto, inoltre, ci sono le alleanze locali, spesso non coerenti con la classica definizione dei due blocchi contrapposti centrodestra-centrosinistra. Altro elemento da prendere in considerazione in vista del voto fissato per domenica 27 aprile è la tagliola degli ultimi 18 mesi di mandato. La legge, infatti, impedisce ai sindaci che hanno davanti l’ultimo anno e mezzo di governo di candidarsi alla guida dell’ex
Provincia. Forza Italia, Fratelli d’Italia, Democrazia cristiana, Mpa, Noi Moderati e Lega avrebbero dovuto sedersi nuovamente lunedì pomeriggio per iniziare a ragionare sulle candidature ma il vertice è stato rinviato su richiesta di alcuni alleati. Nel frattempo i partiti discutono al loro interno, come Forza Italia che lunedi ha riunito a Palermo i propri coordinatori provinciali per una riunione tecnica: si è parlato soprattutto del sistema elettorale, che prevede il voto ponderato con diverse fasce di classificazione dei comuni in base alla popolazione. Bisognerà prendere in considerazione anche questo fattore nella composizione del puzzle secondo le linee guida emerse all’ultimo vertice di coalizione.
Situazione frastagliata in provincia di Trapani, dove si registra l’attivismo del sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci Prieletto nel giugno 2024 per il secondo mandato con una coalizione composita dove figurava anche una parte di Fratelli d’Italia. Quinci potrebbe essere il nome su cui potrebbero convergere diversi partiti, Forza Italia compresa, In alternativa, gli azzurri potrebbero proporre la candidatura del sindaco di Valderice Francesco Stabile. La Lega, invece, valuta il nome del sindaco di Castelvetrano, Giovanni Lentini. Su Trapani, come su Caltanissetta, sono puntati anche gli occhi di Noi Moderati. Nel primo caso è possibile che gli uomini di Saverio
Romano facciano il nome di Carmelo Palermo, sindaco di Poggioreale.

Sopralluogo sulle condizioni della diga Trinità di Castelvetrano

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Sopralluogo alla Diga Trinità di Castelvetrano ieri grazie al professor Salvatore Miliziano, consulente incaricato dalla Regione per valutare la resistenza statica dell’invaso. Le prime analisi avrebbero dato esiti incoraggianti, ma per Dario Safina la vera urgenza resta l’approvvigionamento idrico per l’agricoltura siciliana: “Non chiudere la diga è certo importante, ma ciò che serve davvero è l’acqua per gli agricoltori. E su questo il governo regionale continua a non pronunciarsi, senza fornire alcuna soluzione concretaLa Regione vuole sostenere davanti al MIT l’ipotesi di alzare i limiti di invaso, attualmente fissati da Roma a 54 metri sul livello del mare, cercando di mantenere la quota attuale di 60-61 metri. Questo significherebbe garantire appena un milione e mezzo di metri cubi d’acqua, un quantitativo del tutto insufficiente per affrontare la stagione irrigua. Servono almeno 4 milioni di metri cubi per sostenere il comparto agricolo della Sicilia occidentale”. Safina denuncia l’inerzia del governo Schifani, che non ha ancora dato seguito alle soluzioni proposte nelle scorse settimane in Commissione Attività produttive all’ARS. Il deputato dem conclude con un appello alla Regione affinché si passi dalle parole ai fatti:Ignorare le esigenze degli agricoltori significa mettere a rischio l’economia del territorio. Servono interventi immediati e risolutivi per garantire l’acqua necessaria e scongiurare il collasso del settore.Il Presidente della Regione, Renato Schifani, insieme al ministro Matteo Salvini, si è fatto carico con determinazione della vicenda della diga Trinità, lavorando a soluzioni concrete per sostenere gli agricoltori e il territorio. Le affermazioni del deputato Dario Safina appaiono dunque pretestuose e lontane dalla realtà.” Lo dichiara l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, nonché deputato regionale della provincia di Trapani, Mimmo Turano. Sulla vicenda interviene anche l’onorevole Cristina Ciminnisi che afferma che è: «Vergognoso dover apprendere dalla stampa del sopralluogo alla diga Trinità e delle nuove previsioni di quota a 60, 61 metri, quando abbiamo ripetutamente chiesto che in caso di ulteriori sviluppi venissero aggiornati i lavori della III Commissione che proprio venti giorni fa s’era riunita per prendere in esame la situazione dell’invaso. L’intesa, cui però non è stato dato seguito, era che sarebbe stata convocata una nuova audizione del Governo e dei suoi organismi tecnici».

A 40 anni dalla strage di Pizzolungo si ricordano le vittime con iniziative sportive (VIDEO)

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Erano passate da poco le 8.30 quando Barbara Rizzo, 30 anni, a bordo della sua Volkswagen Scirocco si dirigeva come ogni mattina verso la scuola dei suoi due gemelli di sei anni Salvatore e Giuseppe Asta sulla strada provinciale che attraversa Pizzolungo. Era il 2 Aprile 1985 e nessuno sapeva che quei due bambini a scuola non sarebbero mai arrivati. “La strage di Pizzolungo”  a distanza di 40 anni mantiene  il dolore e lo sdegno che  sono ancora vivi e presenti nella comunità trapanese e non solo, che è ancora stretta intorno alla famiglia Asta e alla memoria di tre innocenti che quel giorno fecero da scudo al magistrato Carlo Palermo, destinatario dell’attentato mafioso consumato in quei pochi, assurdi, secondi.

Nell’anniversario della strage il Comune di Erice in collaborazione con l’associazione Libera sta lavorando a una serie di iniziative, che costituiscono ormai da anni il “Non ti scordar di me”, un programma articolato che vedrà in prima linea nel ricordo delle vittime di mafia anche i comuni di trapani e Castellammare del Golfo, l’associazione Articolo 21, la Federazione nazionale della Stampa, l’Ordine dei Giornalisti, l’Anm e Libera Informazione. Eventi soprattutto a carattere sportivo, come ricorda Margherita Asta, figlia e sorella delle tre vittime e che da anni è in prima fila con Libera per alimentare con la memoria l’impegno, e che rivolge un appello a tutti i compagni di scuola e agli amici dei suoi fratellini, perché a 40 anni da quel tragico giorno ci si possa trovare assieme per tornare a giocare idealmente con Salvatore e Giuseppe.

Operazione Scialandro. Al via il processo ordinario, in alula il maggiore dei carabinieri Vito Cito

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Con la deposizione in aula del maggiore dei carabinieri Vito Cito si è aperto, presso il tribunale di Trapani, il processo scaturito dall’operazione antimafia Scialandro, condotta da Dia, polizia e carabinieri che nell’ottobre 2023 portò ad arresti e avvisi di garanzia, fra Paceco, Custonaci, Valderice e Trapani, per associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizia di beni. Le indagini hanno riguardato questo territorio, dove Cosa nostra avrebbe raggiunto un’ampia ramificazione. Secondo la testimonianza del maggiore dei carabinieri Cito l’organizzazione mafiosa avrebbe per anni controllato affari e appalti nella zona.

Tra gli imputati ci sono Giuseppe Zichichi, Pietro Armando Bonanno, Tano Gigante, Mario Mazzara, Francesco Lipari, Giuseppe Maranzano, Francesco Todaro e Mariano Minore

Grazie anche a loro la mafia del posto ha continuato a operare nonostante le condanne subite dai suoi esponenti nel passato, consolidando così il proprio potere economico e territoriale. Il processo proseguirà a marzo.

Tra i condannati, nel rito abbreviato, Giuseppe Costa, inflitti 4 anni e 10 mesi, che aveva partecipato al sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, poi ucciso per vendetta contro il padre, tra i più importanti collaboratori di giustizia nel far sgominare il clan corleonese. Gaetano Barone di Valderice, 7 anni e 4 mesi, Santo Costa, 7 anni e 4 mesi, Luigi Grispo di Erice, 4 anni e 4 mesi, Andrea Internicola, 2 anni, il custonacese Paolo Magro, 8 anni, Giuseppe Maltese e Vito Manzo, 8 anni, e Roberto Melita, 8 anni e 4mesi. L’indagine ha evidenziato come l’organizzazione mafiosa avesse tentato di consolidare il proprio potere economico e sociale anche con la complicità di rappresentanti istituzionali. Tra i condannati in abbreviato infatti figura anche l’ex vice-sindaco di Custonaci, Carlo Guarano, che ha ricevuto una pena di 8 anni e 4 mesi. La sua condanna sottolinea il presunto coinvolgimento di esponenti della politica locale nelle dinamiche mafiose. All’epoca dei fatti furono 31 le persone coinvolte e chiamate a rispondere a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione ed intestazione fittizia di beni.

Blitz antimafia a Camporeale, torna in libertà un partinicese e ai domiciliari un palermitano

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Decide di rispondere, si professa innocente e spiega il contenuto delle intercettazioni che lo riguardano. Raimondo Santinelli, 37 anni, di Partinico arrestato nel blitz antimafia a Camporeale, ha convinto il giudice per le indagini preliminari che ha deciso di scarcerarlo dopo l’interrogatorio di garanzia. L’indagato, si legge nell’ordinanza con cui il Gip Lirio Conti ha revocato la misura cautelare, ha fornito “spiegazioni alternative del contenuto dei dialoghi captati e delle condotte ritenute illecite. Gli indizi comunque sussistenti a carico del suddetto non possono più ritenersi qualificati dal requisito della gravità”. Secondo l’accusa, Santinelli avrebbe  ricoperto il ruolo di “amministratore degli interessi della famiglia mafiosa” per conto del reggente Antonino Sciortino. Gli avrebbe anche fatto da autista e smistava le disposizioni sulla gestione dei terreni e dei pascoli. Santinelli, assistito dagli avvocati Marco e Valentina Clementi, ha spiegato di avere solo lavorato nelle terre di Scardina e di essere stato pagato. Nessun ruolo mafioso, solo duro lavoro. E l’incarico di autista? Capitava che gli desse un passaggio come accade spesso in paeseCoinvolto nel blitz assieme ad altre cinque persone per Santinelli è arrivata l’immediata scarcerazione.

Concessi invece gli arresti domiciliari al palermitano Giuseppe Vinci, 50 anni, assistito dall’avvocato Maria Mannino. Dalle indagini è emerso che con l’aiuto della moglie, Anna Maria Colletti, il capomafia di Camporeale Antonino Sciortino, in carcere da anni, continuava a mandare ordini all’esterno, in particolare a suo cugino, che aveva assunto la guida temporanea del mandamento. Secondo i pm, dunque, Sciortino avrebbe mantenuto un costante collegamento con gli uomini d’onore liberi, finalizzato intanto all’investitura del cugino alla guida della famiglia mafiosa; al rilascio delle autorizzazioni all’utilizzo, all’acquisito e al divieto di accesso a pascoli e terreni agricoli della zona, all’imposizione di lavorazioni agricole gratuite sui terreni della moglie o alla vendita a un prezzo superiore a quello di mercato dei bovini dell’azienda della donna.

Donna marsalese morta per percosse, il figlio nega

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Girolamo Peraino, il 51enne di Marsala finito in carcere continua a negare di avere picchiato la madre Anna Peralta di 80 anni ricoverata domenica pomeriggio al Paolo Borsellino e deceduta martedì scorso. L’uomo è rinchiuso nel carcere di Trapani per questa brutta storia con l’accusa di omicidio preterintenzionale commesso ai danni della madre convivente.  L’arresto per il quale si attende la convalida scaturisce   dalle  indagini  svolte   dai   militari   dell’Arma   e coordinate dalla Procura  di Marsala, in ragione del decesso della donna. La pensionata per salvare il figlio ha detto di avere ingerito farmaci ma i mdi i si sono subito accorta che era stata pestata. Pare che frequentemente i vicini di casa sentissero provenire grida da quella abitazione e pare che Il Peraino richiedesse soldi alla mamma pensionata. L’ indagato è, allo stato, solamente indiziato di reato. A giorni sarà eseguita l’autopsia  sul corpo della donna. Secondo quanto emerso, le tensioni tra madre e figlio erano frequenti, soprattutto per motivi economici. Girolamo Peraino lavorava saltuariamente come operaio. L’appartamento di via Oberdan, dove madre e figlio vivevano, è stato sequestrato dai carabinieri: all’interno i militari hanno trovato vetri rotti, mobili e arredi distrutti, segni di una possibile colluttazione. Le tensioni tra madre e figlio erano note, ma questa volta la lite, domenica sera, potrebbe essere degenerata in tragedia. Secondo i medici, la causa della morte sarebbe un’emorragia interna, non compatibile con un semplice malore.

 

Dopo 70 anni si celebra messa nella chiesa di San Pietro di Alcamo

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La chiesa di San Pietro Apostolo della via Barone sa Giuseppe di Alcamo ospiterà domani  alle 11,30 la celebrazione della messa presieduta dal vescovo della diocesi di Trapani, Pietro Maria Fragnelli. Domani festa della cattedra di San Pietro, la celebrazione ed il vescovo è intenzionato ad aprirla ogni sabato per il rito religioso. Si trova accanto all’Ipab, All’angolo con la via Porta Stella, si erge la chiesa completata nel 1649. L’edificio di culto venne poi allargato nel 1742 su progetto dell’architetto Giovanni Biagio Amico e con un’elegante serie di stucchi. Durante il terremoto del 1968 crollò il tetto che poi venne rifatto una ventina di anni dopo grazie al finanziamento di 300 milioni delle vecchie lire e all’appalto assegnato dal Genio civile, per il quale lavorò il consiglio di amministrazione presieduto da Mario Adamo che rilanciò l’intero grande edificio che è stato un modello per l’assistenza agli orfani e a minori. La chiesa ha ospitato negli ultimi anni eventi culturali e anche politici. La gestione era stata chiesta dal gruppo locale del Fai. L’immobile appartiene ad ente pubblico e  quindi non può essere concesso in comodato gratuito. Domani si torna a celebrare messa dopo 70 anni

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