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venerdì, Giugno 6, 2025
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‘Giocattoli in movimento’, iniziativa M5S per bimbi di ospedale e parrocchia del trapanese

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Erano stati donati con generosità dai trapanesi, grazie ad un banchetto di raccolta allestito dal Movimento 5 Stelle, ed ora sono stati consegnato ai bambini dei reparti di Pediatria e di Chirurgia pediatrica dell’ospedale Sant’Antonio e a quelli del Centro Aggregazione Giovanile della parrocchia Regina Pacis di Paceco. Una raccolta organizzata dal gruppo territoriale di Trapani dei pentastellati nell’ambito della tradizione natalizia “Giocattoli in Movimento”, iniziativa nazionale che coniuga la solidarietà con le buone pratiche per l’ambiente. Alla consegna dei giocattoli, presenti i dirigenti medici dei due reparti, e il direttore generale dell’ASP di Trapani, Ferdinando Croce, insieme alla deputata regionale Cristina Ciminnisi, c’erano anche la responsabile del gruppo territoriale dei 5 Stelle, Francesca Trapani, la consigliera comunale di Paceco, Tania Basiricò, e ad alcuni attivisti del movimento.

“Giocattoli in movimento – ha spiegato la parlamentare pentastellata all’ARS  – lancia in primo luogo un messaggio culturale, che ogni espressione della politica dovrebbe recare con sé: trasmettere ad adulti e bambini il valore della solidarietà, costituzionalmente riconosciuto, e coniugarlo con la sostenibilità ambientale, per ridare una nuova vita a giocattoli usati che sono ancora in buone condizioni e che anziché finire in discarica possono fare felici altri bambini come quelli ricoverati in ospedale o accuditi da associazioni e parrocchie”. L’edizione del natale scorso di ‘Giocattoli in movimento’ ha registrato a Trapani una più ampia partecipazione rispetto agli anni precedenti. Sono stati donati e quindi raccolti molti più giocattoli e libri per l’infanzia. “Un’espressione di accresciuta e più diffusa sensibilità – ha concluso l’onorevole Ciminnisi – che ci induce a moltiplicare le prossime iniziative in favore di altri presidi ospedalieri e di altri gruppi di volontariato”.

Falso in atto pubblico. GIP su Cino: “Disponibilità verso ambienti mafiosi”

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Nessun reato di scambio elettorale politico-mafioso a carico del sindaco di Camporeale Luigi Cino. C’è il difetto di prova così come stabilito nell’ordinanza che ha portato agli arresti di sei persone per mafia e altri reati, dal Gip, Lirio Conti. L’operazione ha interessato oltre che Camporeale, anche i comuni di San Giuseppe Jato, San Cipirello e Partinico. Per il GIP, si legge nell’ordinanza,  “non è certa la consapevolezza da parte del Sindaco Luigi Cino, della mafiosità dei fratelli Giuseppe e Pietro Bologna. Né è imputabile per corruzione elettorale perché il sostegno, non è stato richiesto con modalità violente e perché le relative intercettazioni non sono utilizzabili. Il sindaco di Camporeale, è chiamato dunque a rispondere soltanto di presunto falso in atto pubblico”. Il falso è quello delle attestazioni sottoscritte sulla effettiva presenza dei due fratelli nei servizi di pubblica utilità previsti per la cosiddetta ‘messa in prova’. Per la stessa vicenda è anche indagato Salvatore Lucido, referente dell’ufficio cimiteriale del comune. Dalle carte dell’inchiesta, emergono comunque altri presunti contatti del sindaco Cino con ambienti mafiosi del territorio. Ad esempio le sollecitazioni ricevute da parte della moglie di Antonino Sciortino, il 62enne ritenuto il capo della cosca locale, per accelerare l’apertura di una Partita Iva intestata ad un allevatore di San Cipirello, figlio di un condannato per mafia, detenuto nella stessa cella di Sciortino, nel carcere di Saluzzo.  Il gip ha anche evidenziato che “dall’indagine è emersa però una riconosciuta disponibilità da parte del sindaco Cino a soddisfare le esigenze e gli interessi di soggetti contigui se non addirittura interni a Cosa Nostra”.

Picchiò la madre, convalidato l’arresto per il marsalese Girolamo Peraino

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Il gip, Sara Quittino, ha convalidato il fermo e ha disposto la custodia cautelare in carcere. L’uomo è attualmente rinchiuso nella casa circondariale di Trapani. Si tratta del cinquantenne Girolamo Peraino di Marsala accusato di omicidio preterintenzionale nei confronti dell’anziana madre Anna Peralta di 85 anni. L’uomo nell’interrogatorio di garanzia ha negato le accuse. Il gip, Sara Quittino, ha convalidato il fermo. Un indirizzo per cercare di stabilire quanto è successo potrebbe venire dall’appartamento che è stato trovato dai militari dell’Arma a soqquadro, vetri spaccati, mobili, sedie e arredi distrutti. Peraino ha detto di essere andato in escandescenze e di avere danneggiato la casa ma non colpito la madre. Già lunedì i militari dell’Arma avevano avuto dei sospetti, al punto da interrogarlo in caserma, lui avrebbe risposto a qualche domanda, ma senza convincere gli inquirenti, che hanno rilevano alcune contraddizioni. Poi, dopo il decesso della madre, il fermo ora convalidato.

Secondo una prima ricostruzione, domenica scorsa, vi sarebbe stata l’ennesima richiesta di denaro di Girolamo Peraino, da tutti conosciuto come Gery. Lui avrebbe picchiato la madre al culmine di una lite perché forse questa volta l’anziana non aveva intenzione di cedere alle sue richieste di denaro. Un colpo allo stomaco e poi va via, a quel punto la donna, incapace, forse debole a causa dei continui soprusi, avrebbe tentato il suicidio. È stato il figlio minore Antonio Maurizio a chiamare il 118. In ospedale, la donna, ancora lucida, ha confessato al medico del pronto soccorso di avere ingerito quindici compresse di Tachipirina. I medici hanno chiamato il centro antiveleni e le hanno applicato le flebo. Si sono accorti però da una prima visita che c’era qualcosa di ancora più grave, oltre all’avvelenamento da farmaci. La signora aveva vari ematomi un po’ in tutto il corpo. La donna stava male anche per le percosse e il medico l’ha intuito valutando anche lo stato di prostrazione dell’anziana. «Ho sospettato che ci fosse qualcosa di più grave e l’ho visitata integralmente. passaggio dalla sala operatoria alla terapia intensiva non l’abbiamo più visto». Dice il medico. La salma è a disposizione dell’autorità giudiziaria e nei prossimi giorni sarà effettuata l’autopsia.

Minaccia tabaccaio di Alcamo con una scacciacani, pregiudicato rumeno denunciato

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Sono forse gli episodi di micro-criminalità a preoccupare la serenità dei cittadini. Un settore fra l’altro difficile da controllare nonostante l’impegno delle forze dell’ordine e la cabina di regia della prefettura. Imbattersi in qualcuno di tali episodi ingenera certamente preoccupazione così come capitato agli avventori di una tabaccheria di via Madonna del Risposo, ad Alcamo, che hanno visto entrare un uomo con una pistola alla mano e minacciare il titolare che non riusciva ad inviare un pagamento come richiesto. Il pregiudicato rumeno, dopo la bravata, si era rifugiato in un casolare in aperta campagna. L’uomo è stato adesso identificato dagli agenti della polizia di Alcamo e denunciato all’autorità giudiziaria per minaccia aggravata e porto abusivo di armi e oggetti atti a offendere dopo che, in evidente stato di agitazione, aveva estratto la pistola all’esterno della tabaccheria di via Madonna del Riposo. L’uomo avrebbe dovuto fare una semplice operazione di pagamento che però gli è stata rifiutata. Il rumeno, in evidente stato di alterazione e, suscitando l’allarme tra passanti e clienti, aveva quindi estratto l’arma, rivelatasi poi una scacciacani, per intimidire il tabaccaio. Subito dopo si è dato alla fuga. Gli agenti del commissariato di pubblica sicurezza di Alcamo, anche grazie alle indicazioni del tabaccaio e ai video acquisiti dalle telecamere di videosorveglianza, hanno avviato subito le ricerche e individuato il pregiudicato rumeno all’interno di un casolare in aperta campagna. Nel corso della perquisizione è stata trovata e sequestrata la pistola scacciacani, priva del tappo rosso, che era stata estratta all’interno della rivendita di tabacchi.

Segnalata la presenza di cinghiali sul Monte Bonifato di Alcamo

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I cartelli stradali sono ben visibili, Nel triangolo è disegnato un cinghiale. Il triangolo segnale di pericolo e invito quindi a fare attenzione perché si tratta di animali che attaccano l’uomo e sui Nebrodi c’è scappato qualche morto. I cartelli sono stati installati lungo strade e sentieri della Riserva Bosco d‘Alcamo a cura del Libero Consorzio  Trapani, che gestisce la Riserva. La Riserva, una delle prime istituite in Sicilia si estende per 330 ettari e gli stessi operai della Forestali hanno riscontrato qualche traccia all’interno della pineta. Poco tempo fa otto operai della Forestale mentre preparavano i viali parafuoco hanno notato in contrada Fastuchera una decina di cinghiali. Per evitare pericoli si sono rinchiusi all’interno delle auto. La presenza di numerosi cinghiali è stata più volte segnalata nel bosco di Agimbè nelle montagne di Inici e in qualche occasione intercettati a Castellammare e anche allo Zingaro.

Un allarme cinghiali scattò nel mese di giungo di due anni fa nella contrada Pigne di don Fabrizio dove abitano tutto l’anno numerose famiglie alcamesi ma durante l’estate si riempie di villeggianti che riaprono le case di villeggiatura. Da una settimana un grosso cinghiale girava nella zona probabilmente a caccia di cibo e si fermava sotto un albero di gelso che si trova a pochi metri da una casa abitata. Per fortuna dopo una settimana il cinghiale non si fece più vedere. La pineta sul Monte Bonifato è molto frequentata per trascorrere in vari modi qualche ora all’aria aperta. Ora occorre fare attenzione. Numerose le manifestazione per le invasioni e la richiesta abbattere  cinghiali, ma  gli animalisti ribattono: “Meno fucili, più scienza”. Secondo l’associazione Gaia Animali & Ambiente “la caccia non è il metodo più efficace per ridurre il numero di cinghiali e senza un approccio basato su dati certi e pianificazioni coerenti non si può arrivare a una soluzione”. E mentre si discute. Si aprono dibattiti il proliferare di cinghiali è un problema di sicurezza pubblica per il quale continuano a tardare le soluzioni. Gli attacchi diretti all’uomo sono rari ma in grado di causare ferite anche letali

Elezioni provinciali. Aperta la corsa alla candidatura di presidente

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Il centrodestra, che è maggioranza in molti comune è al lavoro per individuare i nominativi migliori per non spaccare la coalizione. Il rischio è che in alcune province, dove le lotte pe dominio territoriale sono fortissime, il voto segreto e la doppia scheda per consigliere e presidente finiscano per agevolare chi potrebbe pugnalare alle spalle il candidato designato. In gioco, tra l’altro, c’è una carica che darà visibilità. E si guarda con sospetto al dinamismo di alcuni sindaci. A complicare il tutto, inoltre, ci sono le alleanze locali, spesso non coerenti con la classica definizione dei due blocchi contrapposti centrodestra-centrosinistra. Altro elemento da prendere in considerazione in vista del voto fissato per domenica 27 aprile è la tagliola degli ultimi 18 mesi di mandato. La legge, infatti, impedisce ai sindaci che hanno davanti l’ultimo anno e mezzo di governo di candidarsi alla guida dell’ex
Provincia. Forza Italia, Fratelli d’Italia, Democrazia cristiana, Mpa, Noi Moderati e Lega avrebbero dovuto sedersi nuovamente lunedì pomeriggio per iniziare a ragionare sulle candidature ma il vertice è stato rinviato su richiesta di alcuni alleati. Nel frattempo i partiti discutono al loro interno, come Forza Italia che lunedi ha riunito a Palermo i propri coordinatori provinciali per una riunione tecnica: si è parlato soprattutto del sistema elettorale, che prevede il voto ponderato con diverse fasce di classificazione dei comuni in base alla popolazione. Bisognerà prendere in considerazione anche questo fattore nella composizione del puzzle secondo le linee guida emerse all’ultimo vertice di coalizione.
Situazione frastagliata in provincia di Trapani, dove si registra l’attivismo del sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci Prieletto nel giugno 2024 per il secondo mandato con una coalizione composita dove figurava anche una parte di Fratelli d’Italia. Quinci potrebbe essere il nome su cui potrebbero convergere diversi partiti, Forza Italia compresa, In alternativa, gli azzurri potrebbero proporre la candidatura del sindaco di Valderice Francesco Stabile. La Lega, invece, valuta il nome del sindaco di Castelvetrano, Giovanni Lentini. Su Trapani, come su Caltanissetta, sono puntati anche gli occhi di Noi Moderati. Nel primo caso è possibile che gli uomini di Saverio
Romano facciano il nome di Carmelo Palermo, sindaco di Poggioreale.

Sopralluogo sulle condizioni della diga Trinità di Castelvetrano

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Sopralluogo alla Diga Trinità di Castelvetrano ieri grazie al professor Salvatore Miliziano, consulente incaricato dalla Regione per valutare la resistenza statica dell’invaso. Le prime analisi avrebbero dato esiti incoraggianti, ma per Dario Safina la vera urgenza resta l’approvvigionamento idrico per l’agricoltura siciliana: “Non chiudere la diga è certo importante, ma ciò che serve davvero è l’acqua per gli agricoltori. E su questo il governo regionale continua a non pronunciarsi, senza fornire alcuna soluzione concretaLa Regione vuole sostenere davanti al MIT l’ipotesi di alzare i limiti di invaso, attualmente fissati da Roma a 54 metri sul livello del mare, cercando di mantenere la quota attuale di 60-61 metri. Questo significherebbe garantire appena un milione e mezzo di metri cubi d’acqua, un quantitativo del tutto insufficiente per affrontare la stagione irrigua. Servono almeno 4 milioni di metri cubi per sostenere il comparto agricolo della Sicilia occidentale”. Safina denuncia l’inerzia del governo Schifani, che non ha ancora dato seguito alle soluzioni proposte nelle scorse settimane in Commissione Attività produttive all’ARS. Il deputato dem conclude con un appello alla Regione affinché si passi dalle parole ai fatti:Ignorare le esigenze degli agricoltori significa mettere a rischio l’economia del territorio. Servono interventi immediati e risolutivi per garantire l’acqua necessaria e scongiurare il collasso del settore.Il Presidente della Regione, Renato Schifani, insieme al ministro Matteo Salvini, si è fatto carico con determinazione della vicenda della diga Trinità, lavorando a soluzioni concrete per sostenere gli agricoltori e il territorio. Le affermazioni del deputato Dario Safina appaiono dunque pretestuose e lontane dalla realtà.” Lo dichiara l’assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, nonché deputato regionale della provincia di Trapani, Mimmo Turano. Sulla vicenda interviene anche l’onorevole Cristina Ciminnisi che afferma che è: «Vergognoso dover apprendere dalla stampa del sopralluogo alla diga Trinità e delle nuove previsioni di quota a 60, 61 metri, quando abbiamo ripetutamente chiesto che in caso di ulteriori sviluppi venissero aggiornati i lavori della III Commissione che proprio venti giorni fa s’era riunita per prendere in esame la situazione dell’invaso. L’intesa, cui però non è stato dato seguito, era che sarebbe stata convocata una nuova audizione del Governo e dei suoi organismi tecnici».

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