“Oro bianco”, respinti ricorsi. Alleggerimento per Vilardi, altri andranno in Cassazione

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Il tribunale del Riesame di Palermo ha accolto soltanto uno dei ricorsi presentati dagli otto arrestati, il 6 ottobre scorso, nell’ambito dell’operazione antidroga ‘Oro Bianco’, messa a segno dalla polizia di Alcamo in collaborazione con gli uomini dei commissariati di Castellammare e di Mazara del Vallo nonché della squadra mobile di Trapani. Si tratta di Giuseppe Vilardi, 53enne con altri precedenti per droga, che ha quindi lasciato il carcere ed è stato posto ai domiciliari con braccialetto elettronico. Il ricorso per conto dell’alcamese era stato predisposto dall’avocato palermitano Calogero Rizzuto. Tutte confermate, invece, le altre misure personali. Francesco, autotrasportatore incensurato, e Giuseppe Di Giovanni, padre e figlio, il secondo già detenuto, restano quindi in carcere, così come il partinicese Gioacchino Guida, già in carcere per altre condanne. Il gruppo, assieme a Giuseppe Vilardi, adesso ai domiciliari, secondo l’accusa avrebbe diretto il traffico di cocaina, in entrata ad Alcamo e Partinico, proveniente da Latina ma con canali di approvvigionamento in Colombia e in Albania. Nessuna novità dal Tribunale del Riesame anche per chi era stato posto ai domiciliari con braccialetto elettronico.

Gli alcamesi Giuseppe Scarpulla di 49 anni, Salvatore Regina 42enne, Daniele Mascali e Antonio Vilardi, entrambi ventinovenni. I loro legali ricorreranno adesso in Cassazione. Tutte le misure restrittive erano state emesse dal gip su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo. A coordinare le indagini il pm Alessia Sinatra. Altre dodici persone sono indagate, tra queste pure un noto ristoratore di Castellammare del Golfo, alle quali sono stati notificati avvisi di garanzia per spaccio e detenzione di cocaina e marijuana. Le indagini, avviate nel 2017 dalla squadra investigativa del commissariato di polizia di Alcamo hanno anche permesso di evidenziare alcuni episodi di estorsione aggravata ai danni di due pusher, picchiati e minacciati, che non avevano consegnato le somme di denaro ai vertici del clan per la droga piazzata.