‘Operazione Palude’. Requisitoria 3 maggio, sentenza il 31. Tredici imputati, quasi tutti alcamesi

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Tranne ulteriori slittamenti dovrebbe pervenire il 31 maggio prossimo la sentenza di primo grado del processo scaturito dall’operazione Palude che vede alla sbarra tredici imputati, quasi tutti alcamesi. L’impianto accusatorio della procura si basa sulle indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza e relative all’approvvigionamento idrico della città di Alcamo durante il 2016. Da qui una serie di atti contrari ai suoi doveri d’ufficio che sarebbero stati compiuti dall’ex ingegnere-capo del genio Civile di Trapani, Giuseppe Pirrello, accusato di corruzione e falso ideologico, e da una rete di professionisti, studi tecnici e altri funzionari compiacenti. Con Pirrello sono imputati il figlio Onofrio Aurelio, Enzo Coppola, Giuseppe Pipitone, Gaetano Vallone, Giuseppe Maiorana, Giuseppe e Vincenzo Paglino, Francesco Pirrello, Vito Emilio Bambina, Stefano e Francesco Gebbia, Antonio Colletta e Ignazio Messana. Il processo è stato aggiornato al 3 maggio prossimo quando il sostituto procuratore Antonella Trainito, subentrata alla Pm Rossana Penna, terrà la sua requisitoria. Partiranno poi le arringhe degli avvocati difensori che dovrebbero concludersi nell’udienza del 31 maggio. Al termine dei lavori, nella stessa giornata, è prevista la sentenza del collegio giudicante presieduto da Enzo Agate (giudici a latere Edoardo Bandiera ed Enrico Restivo). Al processo si sono costituiti come parti civili il comune di Castellammare del Golfo, il cui ex ingegnere capo, Simone Cusumano, in un altro troncone stato assolto, e l’Ufficio del Genio Civile di Trapani. Anche un altro funzionario di quest’ultimo ufficio, il castellammarese Gaspare Motisi, era finito sotto processo ma anche il professionista è stato assolto con formula piena.