Operazione ‘L’isola che non c’è’, l’alcamese Bonventre totalmente libero. Moglie irreperibile

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Completamente libero l’alcamese Damiano Bonventre, il 72enne ritenuto il promotore e il capo dello Stato Antartico di San Giorgio. Una vicenda sfociata in una vasta operazione anti-truffa messa a segno, dalla Digos di Catanzaro, nell’agosto del 2022. A Bonventre erano stati già revocati gli arresti domiciliari ma era rimasto sottoposto all’obbligo di dimora ad Alcamo e a quello di firma presso la polizia giudiziaria. Ieri, nel corso dell’udienza che vede 14 imputati a giudizio, il tribunale collegiale penale di Catanzaro ha revocato ogni misura per il 72enne alcamese difeso dall’avvocato calabrese Anselmo Mancuso. Con Bonventre è tornato completamente in libertà anche il ‘segretario di Sato’ di San Giorgio, Fabrizio Barberio, catanzarese di 51 anni. Anche Barbiero è difeso da Mancuso. La prossima udienza del processo è stata fissato per il 9 gennaio 2024.

Dall’inchiesta denominata ‘L’Isola che non c’è’ è emerso come lo Stato Teocratico Antartico di San Giorgio fosse un’entità con tanto di Capo di Stato, Governo, Ministri, tribunali e dotato anche di una gazzetta ufficiale, siti internet e strutture in grado di confezionare documenti d’identità, ma che in realtà, secondo le accuse, serviva a compiere truffe, eludere il fisco ed anche evitare le vaccinazioni anticovid ai suoi cittadini. Oltre 700 le persone residenti in tutta Italia che hanno pagato dai 200 ai 1.000 euro per ottenerne la cittadinanza e che poi hanno scoperto sulla propria pelle che lo Stato esisteva solo sulla carta. Così come i tanti benefit – soprattutto di natura economica e fiscale – legati a quella cittadinanza. In almeno due casi è emersa anche la vendita di terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare. E un’ulteriore somma di denaro sarebbe stata chiesta ai neocittadini “antartici” per l’acquisto dell’isola di Kouneli, in Grecia, che avrebbe dovuto dare una concreta territorialità allo Stato, e che ha invece dato il nome all’operazione che ha svelato il raggiro. La capitale della nazione ‘farlocca’ sarebbe la città di Sant’Anna mentre le rappresentanze legali si trovavano a Lugano, in Svizzera, e a Malta. Tra gli indagati principali anche la moglie di Bonventre, anche lei era residente ad Alcamo, Liliya Koshuba. La donna uzbeka, 67enne, si è resa però irreperibile.