Una vasta operazione antimafia in tutta la provincia di Trapani che colpisce al cuore il boss Matteo Messina Denaro. La sorella, un nipote e tre cugini del superlatitante sono finiti in manette all’alba di stamani: trenta in tutto le persone arrestate da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal giudice per le indagini preliminari di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Gli arrestati sono ritenuti appartenenti alle famiglie mafiose di Castelvetrano e Campobello di Mazara. Devono rispondere, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico mafioso, intestazione fittizia di beni ed estorsione. Nei giorni scorsi gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia avevano sequestrato una società ed altri beni ritenuti riconducibili ai due nipoti del pericoloso latitante. Dalle opere pubbliche alla ristorazione, tutto sotto il controllo di Matteo Messina Denaro. Gli inquirenti hanno accertato l´esistenza di “un articolato circuito imprenditoriale, che assicurava di fatto il controllo quasi monopolistico nel settore dell´edilizia e relativo indotto, mediante la gestione e la realizzazione di importanti commesse, tra cui opere di completamento di aree industriali, parchi eolici, strade pubbliche e ristoranti. Con riferimento all´attività di sostegno economico al circuito familiare del latitante – scrivono gli investigatori – è emersa la contiguità ed il ruolo di responsabilità decisionale raggiunto in seno al sodalizio mafioso da Patrizia Messina Denaro e da Francesco Guttadauro, rispettivamente sorella e nipote del ricercato”. Sono stati raggiunti da provvedimento cautelare anche tre cugini, Giovanni Filardo, Lorenzo Cimarosa e Mario Messina Denaro. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono finite anche le elezioni regionali dell’anno scorso, dove ci sarebbe stato uno scambio di voti politico mafioso. Nicolò Polizzi, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Campobello, ritenuto uno dei principali esponenti della cosca, si sarebbe speso per l’elezione dell’ex assessore provinciale Doriana Licata. Nel corso dell’operazione è finito in manette il fratello, Aldo. L’ex assessore non riuscì ad essere eletta per un soffio. Secondo gli inquirenti, Polizzi avrebbe avuto influenza diretta nelle istituzioni. “Si rapportava – scrivono gli investigatori – con la locale amministrazione comunale e con vari operatori economici per l’ottenimento di posti di lavoro e la cura di altri interessi del sodalizio mafioso”. È stata inoltre accertata la diffusa pratica di pressioni a fini di estorsione anche ai danni di imprese concorrenti e perfino su privati cittadini che avevano ereditato una grossa somma di denaro. Nel corso dell´operazione sono stati inoltre sequestrati altri beni riconducibili a Matteo Messina Denaro: sono tre società operanti nel settore edile (B.F Costruzioni S.R.L. – M.G. Costruzioni S.R.L. – Spe.Fra. Costruzioni S.R.L) che sarebbero state affidate ad alcuni prestanome. Il valore dei beni sequestrati ammonta a circa cinque milioni di euro.