Operazione “Cutrara”, otto in appello. Procura ricorre per uno dei tre assolti, il sindaco Nicola Rizzo

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Torneranno in aula, il prossimo 12 di luglio, dinanzi alla prima sezione della corte d’appello di Palermo, otto delle persone coinvolte nell’operazione ‘Cutrara’ e che erano state giudicate, in primo grado, con il rito abbreviato. Tra loro anche il sindaco di Castellammare del Golfo, Nicola Rizzo, il solo dei tre assolti per il quale i pm della Dda, Gianluca De Leo e Francesca Dessì, hanno presentato ricorso in appello. Restano invece confermate, senza ulteriore richiesta da parte dell’accusa, le assoluzioni del trapanese Francesco Di Bono, ex presidente del consiglio comunale di Trapani, e il castellammarese Calogero Valenti. Vanno anche in appello con Rizzo, ma per istanza presentata dai rispettivi legali, Camillo Domingo, Salvatore Mercadante, Francesco Stabile, tutti castellammaresi e attualmente detenuti, il trapanese Francesco Virga, anche quest’ultimo in carcere, Daniele La Sala, Maurizio Mulè e Antonino Sabella, tutti ai domiciliari nelle lor abitazioni di Castellammare del Golfo.

La DDA per il sindaco di Castellammare del Golfo ribadisce le accuse di favoreggiamento con l’aggravante di avere favorito Cosa Nostra.  La vicenda ruota attorno all’incontro del 18 giugno del 2019, accertato dai carabinieri, fra il primo cittadino Rizzo e il boss della cittadina, Francesco Domingo, detto Tempesta, e sul telefonino dello stesso sindaco rimasto nel bauletto del suo scooter. Il sindaco di Castellammare del Golfo, sentito subito dopo il blitz del 17 giugno del 2020, aveva raccontato ai PM di essersi infastidito nel trovare ad attenderlo Domingo. La pubblica accusa, evidentemente, non crede o la fa parzialmente a questa versione. Per questo ha presentato ricorso in appello.

La vicenda ‘Cutrara’ sta intanto andando avanti anche con il rito ordinario e Francesco Domingo, dinanzi al tribunale di Trapani, è imputato di associazione mafiosa (reato per il quale in passato era stato già condannato ed era uscito da poco dal carcere) mentre i fratelli Nicola e Lilla Di Bartolo, coloro peri quali ‘Tempesta’ avrebbe chiesto favori al sindaco al fine di reperire locali per la loro casa di riposo, sono invece accusati di intestazione fittizia di beni.