Prenderà il via mercoledì 5 maggio, dinanzi al tribunale di Trapani, il processo a carico dell’ex deputato regionale, l’alcamese Norino Fratello, accusato, con altri, di avere illecitamente lucrato nella gestione dei centri d’accoglienza per migranti. Fratello, perno dell’operazione ‘Brother’ messa a segno dai carabinieri nel luglio del 2018, andrà a processo, con il rito ordinario, assieme ad altre dodici persone, tutte alcamesi.
Si tratta del fratello minore dell’ex parlamentare, Salvatore, dell’ex consigliere comunale Gaetano Calvaruso, dell’imprenditore Baldassare Marchese, di Antonino e Sebastiano D’Angelo, e poi Maria Adragna, Davide Amodeo, Cristina Coppola, Benedetto Costantino, Maria Fileccia, Patrizia Messina e Marisa Oliveri. Un’altra indagata, Anna Maria Montemagno, ha invece scelto il rito abbreviato.
L’ex politico, Norino Fratello, 57 anni, già consigliere comunale ad Alcamo e deputato all’ARS, nonostante anni fa avesse patteggiato una condanna per pesanti accuse, secondo l’accusa avrebbe continuato a pilotare le cooperative a cui venivano affidati le strutture destinate all’accoglienza dei richiedenti asilo. Accuse denunciate anche da un ex fidato collaboratore, Lorenzo La Rocca, che raccontò ai magistrati di essere stato il prestanome di Norino Fratello per oltre dieci anni.
Le accuse dei pm di Trapani (procuratore aggiunto Maurizio Agnello, sostituti procuratori Sara Morri e Francesca Urbani) sono a vario titolo di estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, evasione fiscale, mancato versamento dei contributi. L’ex deputato è accusato di aver violato le prescrizioni previste per i condannati per mafia, controllando in maniera occulta le cooperative Dimensione Uomo 2000, Letizia, Benessere, Consorzio Servizi e Solidarietà che gestivano centri d’accoglienza per migranti ad Alcamo e Castellammare del Golfo, con picchi di 250 presenze, nonché due società di management di impianti sportivi che gestivano il centro Mooving di piano Sasi, oltre che una multiproprietà a Favignana.
Nel corso dell’indagine, che il 5 maggio approderà in un’aula del tribunale di Trapani, sono anche affiorati contatti politico-affaristici per l’apertura di altri centri d’accoglienza, con un altro ex deputato regionale, il castelvetranese Giovanni Lo Sciuto, al centro quest’ultimo dell’operazione Artemisia con l’accusa, anche, di pilotare una loggia massonica deviata.