Omicidio La Rosa a Terrasini, 23 anni e 6 mesi in appello a Mulè. Risarcite parti civili

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Ventisei anni e sei mesi di reclusione: questa la condanna emessa dalla corte d’assise d’appello di Palermo nei confronti del camporealese Pietro Alberto Mule, accusato dell’omicidio di Paolo La Rosa, ucciso a 21 anni a Terrasini il 24 febbraio 2020. Una sentenza riformata rispetto a quella emessa in primo grado a 16 anni di reclusione: in sede d’appello, infatti, i giudici hanno riconosciuto l’aggravante dei motivi abbietti e futili che hanno determinato l’aumento di pena.

L’omicidio risale alla notte del Carnevale 2020, in piazza Titì Consiglio, all’uscita della discoteca “Millenium”: dalla ricostruzione delle testimonianze di chi ha assistito al fatto, Pietro Mulè, all’epoca 20enne, dopo una prima litigata all’interno del pub con un buttafuori, proseguì l’animata discussione con Paolo La Rosa verso la quale nutriva pregressi sentimenti di rabbia.

Contrasti sorti, come verrà accertato, a causa della contrarietà della vittima alla relazione tra la sorella e il cugino dell’imputato, Filippo Mulè, accusato di concorso aggravato per futili motivi. Nei confronti di quest’ultimo, il cui processo è ancora in corso, venne negata dai giudici la richiesta di concessione del rito abbreviato che prevede il superamento della fase dibattimentale in cambio di uno scontro, di un terzo, della pena.

Istanza respinta dal Tribunale di Palermo poiché, in base alle nuove norme, il giudizio abbreviato non è più ammesso per i delitti potenzialmente punibili con l’ergastolo. Quella sera, insieme all’imputato e al cugino Filippo, quella era presente anche Rosario Namio, 22 anni di Cinisi, assolto in primo grado e poi condannato per rissa aggravata a sei mesi di reclusione per aver partecipato all’aggressione.

Secondo le indagini, fu proprio Pietro Alberto Mulè ad accoltellare Paolo La Rosa, figlio del titolare del ristorante “Grace” di Terrasini, nonostante questi abbia sempre giustificato la sua azione come un atto di difesa. A tutte le parti civili costituitesi, compresi i Comuni di Cinisi e Terrasini, sono stati riconosciuti i risarcimenti dei danni.