Omicidio Angela Stefani a Salemi. Condannato all’ergastolo ex compagno

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La corte d’Assise di Trapani ha condannato all’ergastolo Vincenzo Caradonna accusato dell’omicidio della compagna Angela Stefani, sparita nel nulla nel 2019. La Corte ha accolto pienamente le richieste avanzate dal Pubblico Ministero della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Antonella Trainito, escludendo così qualsiasi concessione di una attenuante, ritenendo che l’imputato fosse capace di intendere e di volere. Le indagini dei carabinieri di Mazara del Vallo, avviate nel febbraio del 2019, sotto il coordinamento e la direzione del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Marsala, Vincenzo Pantaleo e del sostituto procuratore, Silvia Facciotti,  hanno determinato la Corte di Assise a ritenere che, così come ritenuto dall’ufficio inquirente, Vincenzo Caradonna abbia barbaramente ucciso la sua convivente tra le mura domestiche. Questa la ricostruzione della verità processuale accertata dalla Corte d’Assise che combacia esattamente con la ricostruzione investigativa sostenuta dai carabinieri e dalla Procura, anche sulla base dei reparti scientifici. Nella fase delle indagini, le analisi dei Ris sulla scena del crimine in relazione agli schizzi derivati dal movimento dell’arma del delitto, avevano stabilito che l’autore dei colpi inferti ad Angela Stefani non potesse che avere utilizzato la mano sinistra. E’ stato dimostrato infatti sia la piena capacità di intendere e di volere dell’uomo con condizioni psichiche compatibili con il regime carcerario, sia che l’imputato fosse ambidestro e quindi capace di utilizzare entrambe le mani con la stessa abilità. Vincenzo Caradonna è stato anche condannato per il delitto di soppressione di cadavere del corpo della povera Stefani Angela, contestato dalla Procura della Repubblica per il mancato rinvenimento delle spoglie della donna, malgrado gli sforzi degli inquirenti anche avvalendosi dell’ausilio di cani molecolari e dei sommozzatori. Le vane ricerche della donna hanno seguito un binario parallelo rispetto alle indagini di polizia che hanno evidenziato come l’uomo, subito dopo l’omicidio della compagna avesse tentato di  allontanare i sospetti da sè, anche inquinando la scenda del crimine.