Nuovo ospedale di Alcamo, approvata ‘fattibilità’. Solo primo step della progettazione

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Definito il primo passo della progettazione del nuovo ospedale di Alcamo, quello che dovrà sorgere in contrada San Gaetano e che gode di un finanziamento, per la sua realizzazione, di 21 milioni di euro.  Ieri, a commissione regionale lavori pubblici, tornata al suo plenum, ha approvato il progetto di fattibilità tecnico economica dei lavori di realizzazione del nuovo presidio sanitario polivalente. Presenti alla seduta anche l’assessore all’urbanistica del comune di Alcamo, Caterina Camarda, e il dirigente dell’urbanistica, Ignazio Graziano. C’è ben poco, comunque, da festeggiare. L’appalto all’Ati Project di Pisa per la realizzazione del progetto, compresa la direzione dei lavori e il piano sicurezza, venne infatti conferito nell’ottobre del 2020, un anno dopo la chiusura dei termini per partecipare alla gara.

I progettisti, come da contratto, avrebbero dovuto completare il primo step, proprio lo studio di fattibilità approvato ieri dalla commissione regionale, entro soli tre mesi. Di mesi, invece, ne sono trascorsi 27 e il mega-ritardo ha diversi responsabili. Innanzitutto la mancanza dei rilievi geologici e i relativi carotaggi dei terreni, elaborati necessari ad avviare la progettazione, e poi la decadenza di alcuni membri dalla commissione regionale lavori pubblici. I tempi, però, sono stati praticamente decuplicati. Adesso la progettazione potrà andare avanti e nel frattempo il comune di Alcamo dovrà procedere a riapporre i vincoli urbanistici, nel frattempo decaduti, all’area di contrada San Gaetano.

Adesso l’appalto da 1.740.000 per progettazione direzione dei lavori del nuovo ospedale prevede altri quattro mesi per il progetto definitivo e ulteriori 90 giorni per quello esecutivo. Alla luce, però, del nuovo codice degli appalti la prima fase potrebbe essere conglobata nella seconda, quella che poi porterà all’appalto per la costruzione del tanto atteso nuovo ospedale di Alcamo. Dal momento dell’assegnazione del finanziamento ad oggi sono trascorsi diversi anni e quindi, con l’esagerato incremento dei costi delle materie prime a causa della pandemia, i 21 milioni stanziati (il 95% a carico dello Stato), avrebbero certamente bisogno di un sostanzioso rimpinguamento per evitare che si proceda al completamento del primo lotto e che poi l’opera diventi un’eterna incompiuta a causa della mancanza di fondi. Un aspetto, questo, di cui la politica e gli enti pubblici coinvolti avrebbero già dovuto occuparsene.