Nido d’argento’ di Partinico aveva già subito sequestri. Illeciti da Marsala a Gela

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Le indagini andavano avanti da tempo e già nel maggio del 2022 i carabinieri effettuarono sequestri di documenti nella sede della cooperativa Nido d’Argento, in via Cavalieri di Vittorio Veneto a Partinico, nelle abitazioni del presidente Gaglio e dei suoi più stretti collaboratori nonché al domicilio di Raffadali del dirigente del primo settore del comune di Agrigento, Gaetano Di Giovanni, direttore del distretto socio-sanitario e poi anche capo di gabinetto del sindaco della città dei templi. Sia Giuseppe Gaglio che Di Giovanni sono stati arrestati ieri dai carabinieri e finiti in carcere.  Quest’ultimo, proprio come dirigente del distretto socio sanitario agrigentino, avrebbe favorito l’affidamento del servizio di assistenza domiciliare socio-assistenziale per anziani non autosufficienti (per un totale di 204.051 euro) alla società “Medea” controllata da Giuseppe Gaglio e dalla ‘Nido d’Argento’. Uno dei tanti episodi di corruzione rilevati dai carabinieri in un vasto periodo compreso fra il 2019 e il 2022. Gioielli, denaro, assunzioni, olio e persino panettoni per ottenere ‘dritte’ su come aggiudicarsi i bandi o per accelerare le pratiche. Diversi i comuni coinvolti, da Marsala a San Cataldo passando da Balestrate. Qui, durante la prima sindacatura di Vito Rizzo, che non risulta coinvolto nelle indagini, venne agevolata nel 2020 l’aggiudicazione alla “Nido d’Argento” del servizio “Centri estivi”. La cooperativa partinicese sarebbe stata aiutata da un funzionario direttivo, Mariella Milazzo, adesso sospesa dal servizio, che avrebbe fornito atti coperti dal segreto per “cucire su misura il bando poi assegnato alla ‘Nido d’Argento’. Il GIP scrive anche del coinvolgimento dell’assessore dell’epoca, Maria Saputo che comunque non risulta indagata). In cambio Milazzo avrebbe chiesto e ottenuto l’assunzione di sua figlia e di un suo nipote nella cooperativa partinicese. A Partinico, invece, cittadina di Giuseppe Gaglio, fra l’altro motore principale del fenomeno ‘Borgo Parrini’, sono finiti  ai domiciliari Francesco Chiavello, ex dipendente della coop ma per gli inquirenti ancora pienamente inserito, e un dipendente, Giuseppe Chiaramonte, oltre all’ex sindaco di Partinico, Salvatore Lo Biundo perché avrebbe fatto da tramite per consegnare duemila euro al presidente della commissione di gara, Antonio Geraci , per favorire la coop di Gaglio in un appalto del Comune di Gela. Al comune di marsala, invece, secondo l’accusa sarebbero stati creati dei fondi neri per poter pagare le mazzette e, in relazione ad un appalto, grazie all’aiuto della dirigente Maria Pia Falco (finita ai domiciliari), la cooperativa partinicese avrebbe ottenuto – attraverso una fattura elettronica fittizia – 28.344,75 euro non dovuti.