Movida alcamese: i gestori dicono la loro

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    Ancora riflettori puntati sulla movida alcamese. Cosa evidentemente non facile comporre le opposte ragioni di che gestisce un locale che lavora principalmente durante le ore notturne, oltretutto spesso alle prese con tutte le attuali difficoltà imposte dalla crisi, e chi invece, durante quelle stesse ore vorrebbe starsene in pace a riposare tra le mura della propria casa. L’interrogazione del gruppo consiliare di ABC, che riguarda il varo di un regolamento comunale sulla movida notturna, non è piaciuta ad alcuni gestori di locali del centro storico di Alcamo, che hanno deciso di dire la loro in una nota stampa in cui tengono a precisare di aver intrapreso recentemente, con il nuovo assessore allo Sviluppo economico, Massimo Melodia, una serie di incontri, che permetterebbero, grazie al loro lavoro ed alla loro professionalità, un rilancio a tutto tondo del centro storico. E aggiungono di aver “riscontrato nell’assessore e nella giunta di cui fa parte, intelligenza, disponibilità e fattiva collaborazione”: da qui il loro plauso all’amministrazione comunale, che starebbe “silenziosamente costruendo condizioni ed opportunità di crescita e di sviluppo”. Nel documento c’è persino un ironico invito ai consiglieri comunali di ABC a recarsi nei loro locali, dotandoli, eventualmente di elmetto e giubbotti antiproiettile, in quanto, a loro dire, il movimento politico sarebbe caduto in un “tranello o strumentalizzazione di chi parla della movida, come se Alcamo, fosse la Beirut degli anni ‘80”. E poi una rassicurazione: la “movida alcamese non provoca “scippi, furti, borseggi, rapine e vandalismi”. L’annunciata interrogazione del gruppo consiliare di Alcamo Bene Comune partiva dalle numerose lamentele raccolte tra i cittadini che risiedono proprio in centro, per i quali, succubi di gravi disagi soprattutto nelle ore notturne la vita quotidiana sarebbe addirittura diventata insostenibile. A onor di cronaca ABC aveva comunque parlato di “tutelare l’interesse delle attività commerciali, che sviluppano economia nel territorio, attirando anche gente di altre città vicine”, e per questo aveva chiesto all’Amministrazione di provvedere a regolamentare la questione, mediando tra i contrastanti interessi dei residenti e degli esercenti. Infine era stata lanciata un’altra proposta: quella di istituire un presidio di polizia municipale presso il palazzo di città, così da garantire un controllo ancora più diretto ed efficace del territorio. La questione resta tutt’ora aperta.