La relazione di un funzionario dei vigili del fuoco, dopo l’incendio del luglio scorso, era sembrata ad alcuni esageratamente pesante. Era infatti stata chiesta l’interdizione anche della pre-riserva di Monte Bonifato e delle aree circostanti soprattutto la messa in sicurezza di alberi e massi pericolanti. Sono trascorsi quattro mesi con pochi interventi da parte delle istituzioni preposte, su tutte il comune di Alcamo, e ieri in piena notte un grosso masso è precipitato rompendo il guard-rail e finendo sul letto di una casa, per fortuna nei pressi della trave in cemento armato. Per puro caso, per alcuni lavori di pitturazione, in quella stanza non dormivano una giovane coppia e il figlioletto di sette anni, come di solito.
Stamattina le squadre SAF dei vigli del fuoco sono salite all’ottavo tornante della strada che porta su monte Bonifato per frantumare altri due massi pericolanti e mettere in sicurezza l’area. Si tratta di un pendio che sorge proprio al di sopra della casa colpita dal masso. I vigili del fuoco, in pratica, si sono sostituti agli altri enti per evitare danni irreparabili a persone e cose che vivono alle pendici della montagna alcamese. Ritornando alla relazione sottoscritta dal funzionario lo scorso mese di luglio, il documento faceva anche riferimento ai danni causati, alla stabilità di rocce e massi, dal terribile incendio del 2012. Situazioni che, secondo quella nota, sarebbero ancora presenti dopo 11 anni. Ieri, guarda caso, la caduta del masso e i danni all’abitazione che avrebbero potuto causare anche una tragedia. Il comunicato-stampa diramato dal sindaco Domenico Surdi parla però d’immediato intervento della protezione civile, ovviamente per l’episodio di ieri. Ci sarebbe da comprendere le altre eventuali responsabilità, nell’ultimo decennio, gli interventi fatti e quelli non fatti sia da parte del Comune di Alcamo e del Libero Consorzio per un monte Bonifato che continua a vivere abbandonato a sé stesso.
