La gestione del Monte Bonifato e soprattutto della riserva ‘Bosco d’Alcamo’ esistente in vetta, nell’ultimo decennio è stata al centro di polemiche, dibattiti, prese di posizione ma, molto più spesso, di un triste degrado dei luoghi. Anche le associazioni ambientaliste, che più di dieci anni fa avevano dato vita al coordinamento ‘SalviAmo Monte Bonifato’, sembrano essersi assopite. Nel 2014, inoltre, l’ex sindaco Sebastiano Bonventre aveva sottoscritto una convenzione con la Forestale per la gestione delle terre di proprietà comunale all’interno della Riserva. L’anno successivo il commissario Giovanni Arnone fece ritirare la delibera di rinnovo e tutto andò alle ortiche.
La vicenda resta ovviamente aperta e nel corso degli anni la montagna alcamese ha perduto la sua area pic-nic, il suo parco-avventura, il ritornate-albergo la Funtanazza. Ha perduto soprattutto la possibilità di entrare a pieno titolo negli itinerari del turismo naturalistico. Il 24 maggio scorso si è tenuta una riunione del tavolo tecnico indetta dal comune di Alcamo. In quella sede la Forestale ha dato la disponibilità ad assumersi la gestione della Riserva che appartiene al Libero Consorzio e che da oltre dieci anni non ha un direttore. L’ente intermedio se ne sbarazzerebbe con grande gioia.
Qualcosa, per evitare il degrado più assoluto, sta producendo la convenzione fra comune di Alcamo, Libero Consorzio e Regione che scadrà nel 2026 e che prevede anche attività silvo-colturali. Ma non basta. C’è anche un finanziamento di circa 500.000 euro di fondi Po-Fser da suddividere in interventi per la riserva ‘Bosco d’Alcamo’ di monte Bonifato e il parco sub-urbano che sorge sotto ai bastioni di piazza Bagolino, polmone verde chiuso dal mese di novembre del 2019, da quasi quattro anni e nessuno ne parla come se fosse chissà quale innominabile mistero. Gli interventi, come venuto fuori dal tavolo tecnico di un mese e mezzo fa potrebbero essere svolti, nei due siti, dalla Forestale. Il finanziamento, allo stato attuale, non rischierebbe di essere perduto. “C’è la volontà di tutti gli attori coinvolti – ha detto Giuseppe Pace, direttore tecnico e responsabile della prevenzione e protezione nel trapanese – per intervenire sul Monte Bonifato in assoluta sinergia”.