Monte Bonifato, degrado e abbandono dalle falde fin alla vetta. Ventenne le prova tutte

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da sinistra, una delle discariche sulla strada e un sentiero della Riserva

Le condizioni in cui versa la strada regionale 03, quella che gira intorno al monte Bonifato partendo da zona Tre Noci per arrivare alla statale 119 attraversando le contrade alcamesi di Giardinaccio, Rocche Cadute e San Nicola, sono davvero
disastrose. Non soltanto profonde buche, avvallamenti, frane e asfalto ormai scomparso ma anche una lunghissima sequela di discariche a cielo aperto lungo il tracciato. Un affronto all’ambiente e alla natura ma anche un ostacolo continuo e pericoloso per coloro che utilizzano la strada per recarsi a lavorare nei loro terreni agricoli o nelle poche abitazioni raggiungibili.

Un giovane alcamese di soli 20 anni, Gabriele Vallone, studente universitario, sta portando avanti da tempo la battaglia con telefonate e invii di mail in quantità industriale agli enti responsabili della vicenda. Non si da pace che quella lunga arteria stradale, che attraverse aree di pregio fra cui anche i vigneti della sua famiglia, debba essere perennemente abbandonata a se stessa.

La sistemazione dell’arteria regionale, meglio nota ad Alcamo in gergo come la strada di Santa Nicola, è di competenza del Libero Consorzio Comunale, l’ex Provincia Regionale che, ovviamente, non interviene da tempo immemorabile. Vero è che si tratta di una strada di campagna e che viene percorsa soprattutto dai fuoristrada solitamente utilizzati dagli imprenditori agricoli, ma qui, alla luce delle attuali condizioni di percorribilità, servirebbero piuttosto i carri armati o i bulldozer.

Poi resta lo scempio delle discariche e dei rifiuti abbondantissimi e di ogni genere. In questo caso l’ex Provincia non c’entra nulla. Il compito della pulizia e della bonifica è invece del comune di Alcamo. Peggio che andar di notte. Figurarsi se l’amministrazione
comunale, che già ha grossi problemi a tenere pulito il territorio nel centro urbano, ad Alcamo Marina e nelle altre zone di villeggiatura, pensi ad attivare l’azienda che gestisce il servizio dei rifiuti, la FL Mirto-Camedil, per una pulizia straordinaria delle
zone perimetrali del monte Bonifato. Proprio queste discariche, però, rappresentano delle bombe ecologiche e possibili inneschi per pericolosi incendi.

“Una zona che sembra abbandonata da tutti – dice Gabriele Vallone – quando invece ha un’alta valenza su diversi aspetti, non soltanto ambientale ma anche enologico per la presenza di importanti vigneti. Non riesco proprio a capire perché questo scempio debba andare avanti quasi nell’indifferenza delle istituzioni”.

Andando più su sulla montagna alcamese, le cose non vanno per niente meglio. Qui, in una zona che è di competenza del Libero Consorzio e che non ha un direttore della Riserva da oltre 10 anni, la pulizia dei sentieri, del sottobosco e delle aree pic-nic è un’assoluta chimera. Alberi abbattuti che ostruiscono i sentieri, rami secchi accatastati presenti da tantissimo tempo, tronchi tagliati e ammassati ma lasciati sul posto. Il tutto, con la minaccia sempre attuali dei piromani, rappresenta una vera polveriera.

Completano l’orribile quadro: cartacce, bottiglie di plastica e altri rifiuti abbandonati da cittadini e turisti per niente dotati di senso civico e rispetto dell’ambiente, che fanno da corollario a ciò che rimane delle aree attrezzate di Monte Bonifato vale a dire della Riserva naturale Orientata “Bosco d’Alcamo”. Rifiuti che restano sul posto senza che nessuno, fra Comune ed ex provincia, si prenda la briga di intervenire.