Messina Denaro, ritrovati a Castelvetrano gli storici Ray Ban, champagne e un libro

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Proseguono senza sosta le perquisizioni dei militari dell’arma a Campobello di Mazara e Castelvetrano, due città sempre più legate, per origine e latitanza, a Matteo Messina Denaro. Dopo aver trovato a Campobello i primi tre presunti covi, abituali residenze del capomafia di Cosa Nostra, è delle ultime ore la notizia del ritrovamento, da parte del Ros e del Comando nucleo investigativo di Trapani, dei Ray Ban da sole a goccia, gli storici occhiali indossati dallo stesso Messina Denaro da ragazzo.

Un dettaglio che ha accompagnato l’immaginario collettivo e che gli inquirenti, in questi ultimi 30 anni, hanno utilizzato per ricostruire l’identikit del volto dell’ex latitante. Gli occhiali sono stati rinvenuti all’interno di una scatola insieme ad una bottiglia di champagne e ad un libro dal titolo “Facce da mafiosi”: il ritrovamento è avvenuto in via Alberto Mario a Castelvetrano, casa natale del boss, nella quale abitava insieme alla famiglia poco prima della latitanza. Sarebbero questi gli occhiali indossati per nascondere lo strabismo del quale pare soffrisse e che, in diverse occasioni, lo hanno condotto a sottoporsi ad interventi anche fuori dall’Italia e, fino agli ultimi tempi, anche a Palermo, alla clinica Maddalena dove venne poi arrestato lo scorso 16 gennaio.

Tre i covi trovati fino ad oggi nel centro campobellese: il primo, in zona San Vito in cui da sempre si incontravano i fedelissimi del boss; il secondo, accessibile da un’abitazione di via Maggiore Toselli e nascosto all’interno di un immobile al piano ed il terzo, infine, di proprietà della madre di Andrea Bonafede, il geometra campobellese, accusato di associazione mafiosa e arrestato per aver prestato la sua identità a Messina Denaro ed averne favorito la posizione apicale in Cosa Nostra.

Durante il blitz alla clinica palermitana, era stato arrestato anche l’autista Giovanni Luppino i cui figli, Vincenzo e Antonino, sono adesso indagati per favoreggiamento aggravato: nel garage di uno dei due è stata, infatti, rinvenuta l’Alfa Romeo Giulietta, utilizzata da Messina Denaro per i suoi spostamenti.

Tante ancora le domande che attanagliano la mente di inquirenti e liberi cittadini sul come fosse possibile che un ricercato da 30 anni potesse circolare, libero, per strada e vivere una vita normale: di recente, sono stati trovati anche scontrini di un supermercato presso il quale si era recato per degli acquisti pochi giorni prima dell’arresto.