Maxi truffa ai danni dell’Enel. Tra i fermati anche un castelvetranese 32enne

0
461

Si spacciavano per rappresentanti di una fantomatica società tedesca operante nel mercato elettrico e promettevano sconti da capogiro sulle bollette della luce. Fino al trenta per cento. Un’offerta allettante per commercianti e artigiani alle prese con i rigori della crisi economica. In tanti hanno accettato l’offerta, soprattutto in Sicilia e in Lombardia, sottoscrivendo il contratto.

Ma era una truffa a tutti gli effetti, innanzitutto ai danni dell’Enel. Perché era sempre l’Enel ad erogare l’energia, ma in cambio l’azienda non riceveva alcun pagamento: quando poi i contatori stavano per essere disattivati, gli organizzatori della truffa riuscivano ad ottenere la voltura del contratto. E così l’imbroglio veniva moltiplicato decine di volte, sempre allo stesso modo.

Ieri, il procuratore aggiunto Dino Petralia e il sostituto Maria Teresa Maligno hanno firmato due provvedimenti di fermo per i presunti autori della truffa. Si tratta di Nicolò Regina, 32 anni, di Castelvetrano (Trapani) e Alessandro Ingarra, 29 anni, originario di Vigevano (Pavia).  I due sono accusati di associazione per delinquere.

“Il meccanismo era parecchio ingegnoso, ma siamo comunque riusciti a smascherarlo”, dice il colonnello Francesco Mazzotta, comandante del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Palermo: i truffati sono quasi 150, fra la Sicilia e la Lombardia, tutti operatori economici impegnati in vari settori, dalla ristorazione all’abbigliamento, dalla falegnameria alla fabbricazione di articoli in plastica.

Per l’Enel, una truffa da due milioni di euro. Le indagini del comando provinciale diretto dal generale Giancarlo Trotta proseguono, anche per accertare eventuali complicità dei truffatori all’interno dell’Enel. Chi indaga ritiene che la truffa fosse realizzata da diverse persone.  Intanto, gli imprenditori che avevano firmato i falsi contratti pagavano, a fronte di false bollette della fantomatica agenzia tedesca. E i protagonisti del maxiraggiro si erano arricchiti, andavano in giro con auto lussuose e facevano lunghe vacanze all’estero. Nicolò Regina, al momento del fermo,  stava infatti per tornare nella sua casa a Tenerife.

 

(fonte la Repubblica)