Maxi-confisca al cinisense Impastato. Sigilli al residence “Cala Mancina” di San Vito Lo Capo

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Il residence "Cala Mancina"

Nell’ambito della maxi confisca di beni da 150 milioni di euro, eseguita dalla polizia ai danni dell’imprenditore di Cinisi, Andrea Impastato, di 72 anni, sono stati apposti i sigilli anche al complesso turistico-residenziale Calamancina di San Vito Lo Capo, composto da numerosi appartamenti e alcune lussuose villette Nella stessa cittadina marinara sono stati anche sequestrati alcuni appezzamenti di terreno. Al settantaduenne sono stati inoltre sequestrati un complesso immobiliare adibito a centro commerciale di oltre 50 mila metri quadri a Carini (affittato adesso a una società di grande distribuzione commerciale estranea al procedimento); una cava tra Carini e Montelepre; due complessi industriali per lo stoccaggio di merci e per la preparazione di inerti e conglomerati cementizi; appezzamenti di terreno a Terrasini, Cinisi, Carini, Montelepre, Monreale oltre che rapporti bancari e finanziari.

Le indagini patrimoniali, avviate dalla Divisione Anticrimine della questura di Palermo – Ufficio Misure di Prevenzione, hanno permesso di ricostruire il patrimonio illecito di cui Impastato risultava poter disporre, anche attraverso una platea di prestanome e fiduciari, principalmente reclutati all’interno del suo nucleo familiare. Andrea Impastato è figlio di Giacomo detto “u sinnacheddu”, esponente mafioso di spicco della famiglia di Cinisi, molto vicino ai Badalamenti. Il 2 ottobre del 2002 l’imprenditore venne arrestato per associazione per delinquere di stampo mafioso al termine di una lunga e complessa indagine antimafia della Squadra mobile di Palermo, volta a sgominare un gruppo criminoso impegnato ad amministrare e gestire il patrimonio dei corleonesi.

L’8 giugno 2005 Impastato è stato condannato dalla Corte d’Appello di Palermo a 4 anni di reclusione, all’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni e alla libertà vigilata per un anno. Il 5 gennaio del 2009 scattò il sequestro dei beni che oggi, dopo più di 11 anni, ha portato alla confisca. Le indagini hanno fatto emergere che il cinisense aveva avuto una serie di contatti di Impastato con numerosi personaggi di spicco di Cosa Nostra, tra i quali anche Bernardo Provenzano e Salvatore Lo Piccolo.