Marsala, sigilli al patrimonio di Antonino Bonafede

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Oltre 6,6 milioni di euro: è il valore complessivo dei complessi aziendali, terreni, quote di società, disponibilità finanziarie e veicoli sequestrati dalla guardia di finanza tra Palermo e Trapani. Sono tre i provvedimenti di sequestro emessi ai sensi della normativa antimafia. Il sequestro disposto dal Tribunale di Trapani riguarda il patrimonio del settantanovenne Antonino Bonafede, originario di Marsala, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S. con obbligo di soggiorno e condannato in via definitiva dalla Corte di Appello di Palermo per associazione mafiosa, quale “uomo d’onore” della famiglia marsalese, nel marzo 2010, coinvolto in una operazione di polizia che ha colpito la rete dei presunti fiancheggiatori del superboss latitante Matteo Messina Denaro. Già nel 2012, nell’ambito di un’inchiesta della Guardia di Finanza, il Gip del Tribunale di Marsala aveva disposto a suo carico il sequestro di due appartamenti nel centro di Marsala e terreni agricoli, con annesso casolare rurale, al confine tra Marsala e Salemi per un valore di circa 200.000 euro, per omessa segnalazione di variazioni patrimoniali, come previsto dalla normativa antimafia. Ora, in seguito ad ulteriori indagini economico – finanziarie eseguite dalle Fiamme Gialle sono emersi altri beni e disponibilità risultati del tutto sproporzionati ai redditi ufficiali del suo nucleo familiare, ritenuti quindi frutto della sua militanza nell’organizzazione mafiosa. Sequestrate a suo carico due aziende agricole e di allevamento di ovini, e ben 12 terreni coltivati a vigneti nella periferia di Marsala per un valore complessivo di oltre 4,3 milioni di euro. È anche emerso che una delle aziende agricole sottoposte alla misura cautelare ha usufruito indebitamente di contributi pubblici per circa 25.000 euro, non avendo ottemperato alla normativa statale e comunitaria in tema di prescrizioni autorizzative e identificazione dei capi di bestiame, nonché alle disposizioni sanitarie per l’allevamento di animali. Il secondo provvedimento di sequestro emesso dal Tribunale di Palermo, del valore di 780 mila euro, riguarda il 69enne Antonino Vaccaro, di Chiusa Sclafani e comprende il complesso dei beni aziendali della società “Gaia Edilizia Srl”, con sede a Prato,  e conti correnti. Il terzo e ultimo sequestro, del valore di 1.521.805 euro, eseguito nei confronti del palermitano Ruggero Vernengo di 59 anni, è stato emesso dalla Corte di Appello di Palermo e riguarda un’impresa individuale, Vernengo Giovanni (Stazione di Servizio Esso) con sede a Palermo, conti correnti, due autoveicoli e un motociclo.

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