Non erano i soliti viaggi di clandestini: quello scoperto all’alba di oggi dalla guardia di finanza per arrivare nelle coste del trapanese era una traversata che si poteva considerare di lusso. Gli scafisti chiedevano dalle 2 alle 3 mila euro per ogni persona che saliva a bordo e che veniva trasportata dalla Tunisia all’isola lunga di Marsala. Le imbarcazioni erano si può dire di lusso: completavano il viaggio al massimo in 4 ore. Non solo clandestini: l’organizzazione scoperta trasportava anche enormi carichi di sigarette di contrabbando. I due scafisti venivano ricompensati per ciascun viaggio da 3 a 5 mila euro a fronte però di introiti medi per ogni traversata che si aggiravano sulle 40 mila euro. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo, con la collaborazione dei colleghi della compagnia della guardia di Finanza di Marsala, stanno eseguendo in tutta Italia, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, 15 provvedimenti di fermo di indiziato di delitto nei confronti di altrettanti soggetti di nazionalità tunisina ed italiana, appartenenti ad un’associazione per delinquere transnazionale dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e al contrabbando di tabacchi lavorati esteri. In corso di esecuzione anche il sequestro di 10 autovetture e di due imbarcazioni utilizzate dal sodalizio per i traffici illeciti. I fermi sono da inquadrarsi nell’operazione “Scorpion Fish” eseguita a partire dall’inizio di quest’anno e completata oggi. In prossimità delle spiagge e delle calette di approdo è stato fornito ai clandestini un vero e proprio servizio “shuttle” fino alle basi logistiche dell’organizzazione, dalle quali gli immigrati – una volta rifocillati e forniti di vestiario – hanno potuto liberamente raggiungere le destinazioni desiderate. L’organizzazione si è mostrata pronta a svolgere la propria illegale attività anche a favore di soggetti ricercati dalle autorità di polizia tunisine per la commissione di gravi reati o per avere possibili connessioni con formazioni di natura jihadista. Il sodalizio, infatti, aveva in programma di far approdare sulle coste trapanesi, tra gli altri, soggetti pericolosi in corso di individuazione, uno dei quali temeva, oltre che di essere arrestato dalla Polizia tunisina, anche di essere respinto dalle Autorità di Polizia italiane (una volta giunto nel nostro Paese) per “terrorismo”. Nel corso delle investigazioni è stato possibile ricostruire analiticamente l’organizzazione e l’esecuzione di 5 traversate. Sono stati inoltre documentati ulteriori “viaggi” programmati, ma non andati a buon fine per impedimenti derivanti da concomitanti e ordinarie attività di controllo del territorio e in mare da parte dei finanzieri, che se ultimati avrebbero portato nelle casse dell’associazione criminale oltre 100.000 euro di guadagni. Si ritiene che le sigarette, per lo più di marche estere, siano state smerciate nei mercati rionali trapanesi e palermitani, al prezzo di non più di 3 euro a pacchetto, con guadagni di oltre 17 mila euro ogni quintale contrabbandato.