Le 488 e 215, la nuova Cassa del Mezzogiorno

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    Hanno fatto una legge su cui si sono buttati a capofitto. L’hanno sbandierata come la pancea di molti mali tutti quanti dai politici ai sindacati, dagli imprenditori agli economisti. In realtà è stata utilizzata spesso per arricchire privati, imprenditori del nord, dare illusione a molti giovani e lavoratori, spece le donne con un’altra legge, la 215. La leggein questione invece si chiama la 488 che tutti hanno avuto per vent’anni sulla bocca. Interviste, trasmissioni, fondi di giornali,comizi, convegni, impianti mentali costruiti eusati per gettare ancora più nel lastrico lavoratori e il territorio mentre alcuni ne approfittavano. Si va verso una specie di sanatoria di fatto a quanto pare ora per tutti coloro che hanno truffato lo Stato, la Regione o la Comunità Europea con i soldi della Legge 448/92. Il Governo Monti ha deciso a Settembre una sorta di colpo di spugna: niente più controlli sui contributi erogati alle imprese attraverso la legge 488. Un meccanismo che negli ultimi vent’anni ha funzionato così: lo Stato paga, e l’imprenditore si impegna ad investire ed assumere. Adesso la seconda parte del patto è stata cancellata. «Le imprese beneficiarie delle agevolazioni – è detto infatti all’articolo 29, comma 1, del decreto legge che il Parlamento ha convertito in legge – non sono più tenute al rispetto degli obblighi derivanti dal calcolo degli indicatori utilizzati per la formazione delle graduatorie».

    Gli incentivi sono previsti per la legge 488, per la quale – secondo il ministero dello Sviluppo economico, restano da ancora da erogare 800 milioni di euro – ma anche quelli della legge 215/92 sull’imprenditoria femminile. E gli indicatori»sono i parametri su cui si basavano i bandi per la concessione dei contributi, ovvero – soprattutto – numero di occupati e mezzi propri.

    La legge 488 è nata nel 1992 per sostituire, di fatto, la vecchia Cassa per il Mezzogiorno. Contributi per artigianato, industria, turismo, ma per tutte le aree svantaggiate italiane e non più soltanto per il Sud. Migliaia di piccole e medie imprese hanno ricevuto negli anni centinaia di milioni di euro tra contributi a fondo perduto e finanziamenti a tasso agevolato. Soldi che lo Stato distribuiva a fronte dell’impegno di investire in prima persona e di mantenere un determinato livello occupazionale per un certo numero di anni. La storia, e soprattutto le cronache dei giornali, hanno raccontato che non è andata così. Capannoni costruiti e mai aperti, stabilimenti abbandonati, imprenditori del Nord accolti come salvatori del Mezzogiorno e spariti il giorno dopo aver incassato i contributi, insieme alle macchine comprate con i soldi dello Stato e riciclate altrove o rivendute in nero in paesi in via di sviluppo.

    La Guardia di Finanza ha individuato truffe sulla legge 488 per 50 milioni di euro e i fondi pubblici destinati a creare economia e nuova occupazione sono stati usati per acquistare automobili, pagare vecchi debiti, persino per giocare in Borsa, mentre gli investimenti previsti sono rimasti sulla carta, grazie a fatture false e professionisti compiacenti. A queste indagini vanno sommate quelle dei Carabinieri e della Polizia e delle diverse Procure.

    Oltre alle conseguenze amministrative, gli imprenditori scoperti sono finora stati denunciati per truffa ai danni dello Stato e falso ideologico, e spesso hanno subito il sequestro dei soldi. Ma finiti gli indicatori da rispettare e il resto non si va che verso una sanatoria generalizzata. Chi ha lavorato bene e rischiato di proprio magari può pure arrivare al fallimento serio mentre chi ha truffato si godrà i soldi. Con buona pace per lo sviluppo occupazionale, del territorio e di tutto il resto con cui in tanti si sono riempite le bocce in questi vent’anni. Troppi da indagare, troppe situazioni strane, troppe condizioni inconcepibili con lo sviluppo. Una truffa mediatica e una truffa economica. le responsabilità economiche, politiche, sociali e umane sono tutte su chi non ha controllato a dovere, su chi ha permesso e su chi ha consentito, voluto e c’ha marciato per scopi spesso economici personali e politici. Ora che tutto è travolto non estano che le macerie su cui difficilmente si potrà ricostruire o dare speranze ai giovani, ai lavoratori, alle donne e allo stesso territorio. Probabilmente gli stessi speculatori e imprenditori che hanno truffato ne pagheranno le conseguenze perhcè la festa è finita ovunque e si potrebbero ritrovare con un pugno di mosche in mano.