Operazione Mandamento a Castelvetrano

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    di Antonio Pignatiello

     

     

    Oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Trapani e del R.O.S., hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi. L’operazione ha per nome “Mandamento”.

    Sono indagati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, corruzione aggravata, favoreggiamento aggravato, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo  e  fittizia intestazione di beni.

     

    Con un decreto è stato anche disposto il sequestro preventivo di beni per un valore stimato di 10 milioni di euro costituenti l’intero capitale sociale delle società “SALEMITANA CALCESTRUZZI S.r.l.”, con sede a Salemi e la “SPALLINO SERVIZI  S.r.l.”, con sede a Castelvetrano, ritenute riconducibili alle famiglie mafiose indagate.

     

     

    I provvedimenti restrittivi scaturiscono da un’articolata attività investigativa avviata nel maggio 2007 dal Nucleo Investigativo di Trapani, coordinata dalla Procura Distrettuale Antimafia di Palermo, in direzione delle famiglie mafiose di Castelvetrano e Salemi, integrata da convergenti acquisizioni del Raggruppamento nei confronti di alcuni soggetti intranei al circuito relazionale facente capo al latitante  Matteo Messina Denaro.

     

    L’indagine ha consentito di documentare l’infiltrazione di Cosa Nostra nelle attività economiche delle provincie di Trapani, Agrigento e Palermo, attraverso la sistematica acquisizione dei lavori per la realizzazione degli impianti di produzione delle energie rinnovabili, i cui proventi venivano in parte destinati alle esigenze di sostentamento del latitante castelvetranese.

     

    I Carabinieri avrebbero accertato come l’organizzazione fosse in grado di monitorare le opere di maggiore rilevanza sul territorio, mediante il sostegno dell’allora consigliere comunale di Castelvetrano  Santo Sacco, intervenendo nella loro esecuzione attraverso una fitta rete di società controllate dall’imprenditore  Salvatore Angelo di Salemi.

    L’infiltrazione nel settore delle energie alternative, favorita pertanto da rapporti collusivi con esponenti di rilievo dell’imprenditoria e dell’amministrazione pubblica, ha abbracciato diversificati ambiti di intervento, spaziando dal controllo delle imprese deputate allo sviluppo degli impianti di energia eolica a quello relativo alla realizzazione e produzione di energia solare, fino ad evidenziare l’interesse di Cosa Nostra per le “biomasse”.

     

     

    In questo panorama investigativo, pedina fondamentale è risultato l’imprenditore Salvatore Angelo,  intorno alla quale ruotava il sistema societario con cui l’organizzazione mafiosa si è infiltrata direttamente nel circuito produttivo e, in particolare, nei progetti di realizzazione dei parchi eolici di “San Calogero” di Sciacca , “Eufemia” di Santa Margherita Belice e Contessa Entellina ; “Mapi”, di Castelvetrano e Montevago, nonché del parco fotovoltaico di Ciminna (PA). Il ruolo di Salvatore Angelo era, a quanto pare, quello di curare che una percentuale dei proventi derivanti dallo sviluppo delle predette attività venisse destinata all’associazione mafiosa e segnatamente al latitante  Matteo Messina Denaro che a gennaio farà 20 anni di latitanza.

    L’attività ha documentato come la struttura criminale fosse riuscita ad inserirsi nei lavori di costruzione delle opere, tramite l’affidamento diretto alle imprese di Salvatore Angelo nonché attraverso la parallela pressione criminale dell’organizzazione, testimoniata da numerosi episodi intimidatori ai danni di imprese concorrenti e da una sistematica attività estorsiva nei confronti di operatori economici di settore; l’esautoramento della società dell’imprenditore Melchiorre Saladino da un  progetto di realizzazione di un parco eolico da realizzare in provincia di Catania, concordato da Sacco con l’esponente mafioso di Castelvetrano Paolo Forte,  personaggio inserito nella rete di relazioni del capomafia latitante nonché figlioccio di cresima dello stesso, tanto da avergli fornito, nella fase iniziale della latitanza, la propria carta d’identità.

     

    Oltre agli interessi nel campo dell’energie rinnovabili, le indagini dei Ros hanno accertato la dazione di denaro richiesta da Sacco – allorquando era consigliere comunale – per favorire l’approvazione della convenzione che il Comune di Castelvetrano avrebbe dovuto stipulare con una società interessata alla realizzazione di un parco eolico; l’esistenza di un progetto – attivamente sostenuto da Santo Sacco e Paolo Forte – di realizzare un distributore di carburanti da impiantare su un terreno di proprietà di Rosalia Messina Denaro, moglie dell’associato mafioso Filippo Guttadauro e sorella di Matteo Messina Denaro oltre all’assistenza economica fornita ai detenuti ed alla loro famiglie nonché ai sodali ritornati in libertà dopo lunghi periodi di detenzione; il collegamento operativo realizzato da Salvatore Angelo con cosa nostra palermitana, attraverso i contatti con Salvatore e Sandro Lo Piccolo (all’epoca latitanti) finalizzati all’attuazione di comuni strategie nel campo dei lavori pubblici e privati.

     

     

    I Carabinieri avrebbero anche accertato il trasferimento fraudolento delle quote della società “Ecolsicula” alla “Spallino Servizi”, intestate a prestanome ed in realtà nella disponibilità diel detenuto Antonino Nastasi, detenuto, organico alla famiglia mafiosa di Castelvetrano  Nastasi ed indicato dai collaboratori di giustizia quale anello della catena di messaggistica che in passato avrebbe curato il recapito dei messaggi a  Matteo Messina Denaro; il luogo in cui  Francesco Messina Denaro, padre di Matteo, negli ultimi anni 80, trascorse parte della latitanza, individuandolo in un casolare nelle compagne di Castelvetrano.

     

     

    In questo contesto dalle risultanze delle indagini dei Ros coordinate dalla DDA è stato disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca dei beni, per un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, delle quote delle società SALEMITANA CALCESTRUZZI s.r.l., con sede in Salemi, facente capo a Salvatore Angelo e della SPALLINO Servizi  s.r.l., con sede in Castelvetrano, nelle disponibilità di Antonino Nastasi.