Lavori pubblici appaltati, in Sicilia aumento del 26,36%. ANCE: “Finalmente crescita”

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Nonostante i “lockdown” e gli altri limiti alle attività imposti dall’emergenza sanitaria, il 2020 è stato stranamente un anno positivo per il mercato delle opere pubbliche in Sicilia. Secondo “Osservatorio delle Costruzioni” di Ance Sicilia, nel periodo gennaio-agosto gli interventi posti in gara sono stati 1.093 per 1 miliardo e 95 milioni di euro icon una crescita rispettivamente del +26,36% e del +16,49% rnei confronti dello stesso periodo del 2019.

Analogamente, il numero di imprese attestate in Sicilia è salito da 1.750 a 1.827 nei primi nove mesi di quest’anno, segno di una ritrovata fiducia da parte degli imprenditori. Secondo le prime rilevazioni sommarie che saranno elaborate e perfezionate nel prossimo Osservatorio, il trend positivo delle gare d’appalto verrebbe confermato anche nell’ultimo scorcio del 2020.

Ovviamente soddisfatto il presidente di Ance Sicilia, Santo Cutrone: “Malgrado il vento contrario della burocrazia e una politica nazionale che tarda a porre il Sud al centro della propria agenda, quest’anno in Sicilia la curva di caduta degli appalti si è finalmente interrotta dopo una crisi che durava ininterrottamente dal 2007. La tendenza si è invertita nel senso della crescita e diamo atto che il merito è soprattutto del governatore Nello Musumeci e di tutti gli assessori regionali competenti, in testa l’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone, che si sono quotidianamente spesi per favorire in Sicilia la ripresa del settore edile sbloccando opere ferme da anni e finanziando tutto ciò che si poteva”.

“Formuliamo quindi l’augurio – conclude Cutrone – di riuscire nel 2021 a consolidare e a migliorare il ritmo di crescita del mercato delle infrastrutture, l’unica leva che in Sicilia può favorire la necessaria ripresa dell’economia e dell’occupazione per recuperare le perdite provocate dall’emergenza Covid. Ma solo un’adeguata spinta dalle risorse del ‘Recovery Plan’, del ‘Piano per il Sud 2030’ e dell’Intesa Stato-Regione sulla rimodulazione del Po Fesr e del Fsc – ha concluso il presidente dei costruttori edili siciliani – può davvero portare la Sicilia agli stessi standard del resto del Paese.”.