Calatubo, nuovo crollo. Situazione critica

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Il castello di Calatubo crolla e rischia di divenire un vero e proprio rudere che sarà impossibile redimere se non verrà recuperato al più presto. E’ di qualche giorni fa, infatti, un nuovo crollo, così come fa sapere l’associazione “Salviamo il Castello”, che da anni si batte per quello che ad oggi è tra  i luoghi storico-archeologici e paesaggistici più belli di tutta la Sicilia. Il nuovo crollo ha interessato, nello specifico, la parte della seconda corte del castello. Il sottoscala, così come in tutti i castelli, conduceva a un passaggio segreto, che arrivava fino al lato nord della rocca. Il corridoio  definito “dello scirocco” ambiente creato appositamente per proteggersi dal caldo afoso della stagione estiva siciliana, è stato completamente occluso dai sassi caduti nei giorni scorsi.  Da diversi anni l’associazione “Salviamo il castello di Calatubo”, -scrive il presidente  Stefano Catalano-  aveva segnalato sia all’Amministrazione proprietaria del bene, sia alla Sovrintendenza ai Beni Culturali di Trapani, la necessità di piccoli e urgenti interventi per scongiurarne l’imminente crollo, ma si è riusciti soltanto a farlo includere nei prossimi lavori di ripristino del castello relativi al finanziamento del bando del GAL “Golfo di Castellamare” che prevede dei lavori di restauro per circa 280.000 euro. Adesso si spera che grazie alla nostra documentazione storica fotografica della struttura in origine- continua il presidente Catalano- nei prossimi lavori, ormai in dirittura di partenza come fa sapere l’Amministrazione di Alcamo, si possa recuperare fedelmente, come prima, ciò che è stato perso della storica struttura. Ma sono anche altri i punti che rischiano il crollo, ovvero la Torretta nord est denominata “Torre dei colombi”, ultima rimasta e superstite. L’altra è crollata totalmente anni fa. E infine il mastio del XII sec che presenta un cedimento proprio nelle fondamenta. Il castello di Calatubo, non solo rappresenta la storia della Sicilia, e nello specifico di quella millenaria alcamese e del golfo di Castellammare, ma rappresenta una roccaforte, già esistente nel 1093, medievale e suggestiva, che non può e non deve essere abbandonata.