Lavori IACP in via Mistretta, altro intoppo. Comune di Alcamo annulla determine

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Un progetto e un appalto che, come tutte le opere pubbliche, dovrebbe partire da un’attenta analisi dello stato dei luoghi e della loro appartenenza. Così invece non è stato per la realizzazione di 22 nuovi alloggi popolari ad Alcamo nell’ambito del progetto, predisposto dallo IACP, di riqualificazione edilizia urbana di via Mistretta e corso Generale Medici. Un intervento volto ad eliminare quell’obbrobrio del cosiddetto ex palazzo Vutano acquisito, al patrimonio comunale, perché abusivo nel 1994. Dapprima il mancato accordo con l’IPAB riunite Pastore San Pietro per l’acquisto del terreno sul quale dovrebbero sorgere una villetta e un piccolo parcheggio, intesa poi raggiunto fra IPAB e comune di Alcamo dopo una lunga tira e molla, e poi un’altra lite giudiziaria quella su di un manufatto, una cosiddetta riserva idrica, che sorge ad angolo dell’angusta via Mistretta dal proprietario, persona diversa da chi deteneva la proprietà del palazzaccio. In pratica un’opera abusiva a sé stante acquistata da altro soggetto il 18 settembre 2007.

Dopo la diffida presentata dagli avvocati Ettore Rodriquenz e Gianluca Vivona il comune di Alcamo, a lavori cominciati da tempo e ad appalto affidato da alcuni anni, ha ritirato in autotutela le due determine dirigenziali del 2020 con le quali, in estrema sintesi, quel terreno e quel manufatto abusivo venivano acquisite dal comune di Alcamo. L’ente locale ha quindi avviato le procedure per rimettere a posto le carte catastali sull’area che sorge fra via Mistretta e via Gianfaglione e nel contempo ha disposto che il proprietario elimini l’abuso. Ma anche qui la vicenda si ingarbuglia perché nel frattempo la ditta che sta effettuando i lavori per conto dello IACP, alla luce di quella generale e iniziale disattenzione sullo stato dei luoghi, ha demolito il manufatto. Insomma l’abuso edilizio non c’è più, abbattuto senza che esistesse l’autorizzazione a farlo, però il proprietario deve eliminarlo, alcamese secondo la determina dirigenziale 416 del 13 dicembre scorso. Cosa accadrà adesso e quando? Di certo bisognerà mettere a posto le cose e le carte, la via più semplice è quella dell’acquisto o dell’esproprio di quel piccolo terreno da parte del comune di Alcamo.

Intanto questa mattina, dopo alcuni giorni di stop, il cantiere si è rimesso all’opera per rimuovere gli sfabbricidi di quella demolizione non autorizzata in un terreno privato. Il tribolato cantiere, dopo le prime vicende giudiziarie e la escissione con la prima impresa aggiudicataria dell’appalto, venne riavviato nell’estate del 2022. I lavori, originariamente, sarebbero dovuti durare 21 mesi e concludersi quindi nel luglio d due anni. Lo stato dell’arte, a tutt’oggi, dice invece che bisognerà ancora attendere chissà quanto tempo ancora.