Istruzione e formazione professionale in Sicilia, decreto alla firma

0
646

Il decreto è già pronto, manca solo la firma dell’assessore Turano per potere dare il via. Stiamo parlando dei corsi Iefp, l’Istruzione e formazione professionale rivolta agli studenti in età dell’obbligo che vogliono trovare lavoro nel campo della ristorazione, dell’acconciatura, della meccanica e della grafica e non solo: un esercito che nell’Isola coinvolge al momento oltre 30 mila giovani minorenni.

Dopo una serie di incontri la Regione Siciliana ha emanato gli avvisi per far partire le lezioni dei secondi, terzi e quarti anni, ma, sottolinea Toni Marfia, coordinatore di Federterziario Scuola per la Sicilia, «senza stilare le graduatorie per i terzi e quarti anni e senza aprire la piattaforma dove inserire i progetti relativi ai secondi anni, mentre manca all’appello il bando per il primo anno. Inoltre, stiamo aspettando ancora i finanziamenti, necessari per pagare gli stipendi ai docenti». Per superare l’ostacolo, l’assessore regionale all’Istruzione, Mimmo Turano, firmerà un decreto che permetterà agli enti di iniziare comunque la didattica, ma sotto la propria responsabilità. Rischio scongiurato? Tecnicamente no, visto che, fa notare Marfia, «il decreto non obbliga ma consente di accogliere i ragazzi: significa che saremo noi, organizzazioni datoriali, a decidere cosa fare, se restare con le porte chiuse o partire, accollandoci per il momento la paga degli insegnati, in attesa delle risorse regionali. Per quanto ci riguarda, inizieremo i corsi  perché stiamo parlando di minori e del loro futuro lavorativo».

Una delle organizzazioni più grandi, Assofor, per voce del suo presidente, Antonio Oliveri, indica la stessa strada di Marfia: «La settimana prossima i ragazzi saranno in classe, con o senza graduatorie, con o senza finanziamenti”. Turano non ha dubbi: «grazie al nostro decreto – afferma- tutti i corsi dei secondi, terzi e quarti anni cominceranno regolarmente il 13 settembre”. Resta però il nodo dei finanziamenti: la Regione riuscirà a mettere in campo i fondi necessari per garantire il diritto allo studio di 30 mila siciliani?