Imprese, nel trapanese 230 in meno in tre mesi. Pace: “Dati destinati a peggiorare”

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Non è un buon momento per l’economia siciliana, anche se gli effetti concreti della crisi delle imprese per l’emergenza sanitaria da coronavirus si potranno registrare soltanto tra qualche mese. Secondo i dati pubblicati oggi dall’Osservatorio Unioncamere, che analizza l’andamento di nascite e cessazioni di imprese, in Sicilia nel primi tre mesi del 2020 si è avuto un netto saldo negativo. A fronte delle 6.785 nuove iscrizioni ci sono state 8.050 cessazioni. In totale rispetto allo stesso periodo del 2019 le imprese  attualmente registrate in Sicilia sono circa 22.000 in meno.

Tutte le province siciliane hanno il saldo in negativo fra nuove aperture e cessazioni. A Trapani a fronte di 674 nuove iscrizioni si sono registrate nei primi tre mesi dell’anno 900 cessazioni;  a Palermo ben 2008 imprese scomparse contro le 1.509 di nuova nascita. Chi sta meglio in Sicilia è il territorio del catanese: qui su 1580 nuove iscrizioni alla camera di si sono registrate 1.614 cessazioni, vale a dire un saldo di appena -34.

L’analisi dell’Osservatorio di Unioncamere conferma poi l’andamento positivo delle società di capitali con una media del tasso di crescita di 1,17% e quello invece negativo per le società di persone così come per le ditte individuali. In tutti i settori i dati sono negativi, ma quello settore che maggiormente risente della crisi, con evidente flessione, è il commercio con quasi 1900 cessazioni in più rispetto alle nuove aperture. Vanno molto male anche agricoltura, silvicoltura e pesca, servizi di alloggio e ristorazione, settore manifatturiero -201 (iscrizioni 188, cessazioni 389).

“Sono dati preoccupanti che devono cominciare a farci riflettere, perché risentono delle prime restrizioni seguite all’emergenza coronavirus – ha detto il presidente di UnionCamere Sicilia, il trapanese Pino Pace –. I dati rivelano infatti la situazione al 31 marzo scorso, quando eravamo a poche settimane dall’inizio del ‘lockdown’. Ritengo che, di questo passo, nei mesi a venire la situazione non potrà che peggiorare. A livello nazionale siamo al saldo peggiore degli ultimi 7 anni, rispetto allo stesso arco temporale. Ci auguriamo che il governo nazionale per la sua parte e quello regionale, in tempi stretti, – ha concluso Pino Pace – possano attivare strumenti concreti per arginare una crisi che sta distruggendo interi settori vitali dell’economia siciliana a partire dal turismo e dalla ristorazione”.