Il Tribunale di Trapani rigetta appelli dell’Eas. Codici in soccorso dei cittadini

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Prosegue il braccio di ferro tra Eas (Ente acquedotti siciliani), i Comuni della provincia di Trapani e i consumatori. Ancora una volta sono stati, infatti, rigettati dal Tribunale di Trapani due appelli proposti dall’ente, oggi in liquidazione, tramite l’Avvocatura dello Stato, che dovrà provvedere al pagamento delle spese e del contributo unificato. Ancora due sentenze che confermano quindi la prescrizione biennale delle bollette idriche ricevute dai consumatori (alcune di queste dagli importi esagerati). Lo scontro è legato alle emissioni degli ultimi canoni idrici, fatture in formato elettronico che racchiudono le bollette degli anni 2018 e 2019, mentre per il 2017 tutto è stato congelato in attesa di chiarimenti. La vicenda parte dal fatto che lo scorso 2 gennaio 2020  la Regione aveva deciso di porre in liquidazione coatta amministrativa l’Eas, società controllata controllata interamente.

Da quel momento, fu un continuo schizzare degli importi che i consumatori ritrovavano nelle bollette idriche: basti ricordare, tra i casi più clamorosi, quello accaduto nel dicembre 2018 ad un cittadino di Castellammare del Golfo che aveva ricevuto una fattura di 13.000 euro. Lo scorso mese di settembre, il Tribunale Civile di Trapani, ha rigettato la richiesta alle famiglie di un condominio di Erice, di oltre 16mila euro tra eccedenze e canoni avanzata da EAS, per canoni riferiti agli anni 2008 – 2017. Tramite l’avvocato Vincenzo Maltese, dirigente regionale dell’Associazione di consumatori CODICI, il Condominio aveva deciso di contestare il credito vantato da EAS. Contestazione accolta dal Tribunale di Trapani secondo il quale, chi chiede il pagamento di una fattura a tariffa, deve comprovare l’esattezza delle misurazioni non potendosi basare su calcoli presuntivi e matematici. “Non bastano più le sanzioni – dichiara Maltese – non bastano neppure le sentenze del Tribunale di Trapani che attestano che il sistema di calcolo a fatturazione è errato.

Eas continua a proporre appelli avverso le sentenze del Giudice di Pace che la vede soccombente, ma ciò impone esborsi di spese a carico dei cittadini che, seppur vittoriosi, devono sostenere le spese vive come il contributo unificato e le imposte di registro da parte dell’Agenzia delle Entrate”.