IACP di Trapani, dalle opere al borgo ‘Livio Bassi’ esempio per recuperare altri borghi

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Valorizzazione e riqualificazione dei Borghi, con un particolare approfondimento sulle caratteristiche, la storia, l’identità di Borgo Livio Bassi, oggetto di un intervento di riqualificazione finanziato dal PO Fesr Sicilia. Se ne è parlato ieri, nella sala conferenze dello IACP di Trapani nel corso di un interessante workshop che ha messo a confronto esperienze e professionalità diverse grazie alla collaborazione dell’Istituto Case Popolari con il Comune di Trapani e con gli ordini Professionali degli Architetti, degli Ingegneri e degli Agronomi di Trapani. Un incontro multidisciplinare che ha permesso di aggiungere nuovi interessanti spunti e stimoli al lavoro di riqualificazione di Borgo Livio Bassi. Dopo gli interventi del Direttore Generale dell’IACP di Trapani Eugenio Sardo, della Responsabile di Progetto Francesca D’Amico e dell’Assessore del Comune di Trapani Giuseppe Pellegrino, sono intervenuti: il direttore dei lavori di riqualificazione del Borgo Livio Bassi Vincenzo Sidoti, l’ingegnere Giuseppe Ruggirello che ha parlato di restauro e valorizzazione del patrimonio architettonico e paesaggistico rurale; l’architetto Gianfranco Naso che ha proposto delle letture tra passato e futuro in merito al Borgo Livio Bassi e l’architetto alcamese Salvatore Cusumano che ha parlato dei “borghi nella valorizzazione dei territori” e del valore della “restanza”. Il progetto Borgo Livio Bassi: Housing Sociale, ha come obiettivo principale la realizzazione di alloggi all’interno del borgo che sorge nella frazione trapanese di Ummari, nei pressi del centro abitato di Fulgatore, a circa 23 chilometri dal capoluogo. L’intervento è finalizzato alla tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico attraverso misure orientate al recupero, alla riqualificazione ed alla valorizzazione del tessuto storico del paesaggio urbano e dei manufatti esistenti, nonché delle eventuali aree verdi di pertinenza, prevedendo usi compatibili e interventi che non alterino la struttura, la tipologia e la forma architettonica né le essenze vegetali e l’organizzazione delle aree verdi.