I ‘vivandieri’ di Messina Denaro optano per l’abbreviato. MMD voleva uccidere nonna ella figlia

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Emanuele Bonafede e la moglie Lorena Lanceri, marito e moglie di Campobello di Mazara che per mesi hanno ospitato, a pranzo e a cena, il boss Matteo Messina Denaro prima dell’arresto, saranno processati col rito abbreviato. Sono stati i due «vivandieri» del capomafia, in cella per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena, a scegliere il rito alternativo dopo che la Procura di Palermo, coordinata da Maurizio de Lucia, aveva chiesto e ottenuto per entrambi il giudizio immediato.

La data del processo non è stata ancora fissata, mentre comparirà il 27 giugno davanti al gup – anche lui ha scelto l’abbreviato – Andrea Bonafede, cugino di Emanuele, pure lui in cella per favoreggiamento al boss che per 30 anni ha vissuto nella latitanza. Per mesi Andrea Bonafede ha fatto la spola con lo studio del medico curante di Messina Denaro, Alfonso Tumbarello, con le prescrizioni mediche necessarie alle cure alle quali l’allora latitante doveva sottoporsi. Intanto emergono nuovi retroscena sulla latitanza del boss castelvetranese. Il padrino, poco prima di essere arrestato, avrebbe dato un ordine: uccidere la nonna di sua figlia Lorenza, convinto che propria quell’anziana donna, Filippina Polizzi, fosse la responsabile delle tensioni che avevano portato all’allontanamento fra padre e figlia. Un vero e proprio piano di morte che sarebbe contenuto in un pizzino ritrovato dagli inquirenti e che risale al 15 dicembre 2022.

Un messaggio scambiato fra Matteo Messina Denaro e Laura Bonafede, la maestra ritenuta amante del boss che si è vista rigettare dal Tribunale del Riesame la richiesta di scarcerazione. Sono stati i giudici a mettere nero su bianco le intenzioni di Messina Denaro, attraverso le indagini su Laura Bonafede che avrebbe “lasciato intendere” come il boss “avesse manifestato il proprio intento micidiario ai danni di Filippina Polizzi, madre di Franca Alagna e nonna di Lorenza, ritenuta l’artefice delle frizioni familiari”.