Gibellina rappresenta uno dei più grandi esempi di museo ‘en plein air’: memoria, arte e comunità. Il terribile sisma del 1968 distrusse un territorio e numerosi artisti accorsero nella cittadina. Gibellina ritrovò così un’anima diversa nel segno della Bellezza. Oltre ad aver riaperto a luglio scorso il MAC, Museo d’Arte Contemporanea dedicato a Ludovico Corrao, l’amministrazione comunale ha anche avviato un ampio progetto di recupero delle sculture e installazioni che contraddistinguono il nuovo centro abitato.
Gibellina è così pronta a mostrare la sua faccia diversa, una faccia recuperata. Ristrutturate e restaurate diverse opere d’arte: “Senza titolo” di Nino Mustica; la “Ragnatela” e l’Aratro per Didone” di Arnaldo Pomodoro; la “Macchina per ascoltare il vento” di Giovanni Albanese; l’”Omaggio a Tommaso Campanella” di Mimmo Rotella e la “Scultura sdraiata” in ferro di Salvatore Cuschera. Altre opere sono state recuperate nel corso del tempo. Un paio di anni fa, grazie all’intervento della ditta Vito Evola era stata rimessa a nuovo ”Impronta”, opera del maestro alcamese Turi Simeti