4.000 prodotti senza marchio CE ad Alcamo e Paceco. GdF scopre anche lavoratori in nero

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Con l’approssimarsi delle festività natalizie i controlli dei finanzieri di Trapani in materia di sicurezza prodotti, periodicamente disposti dal Comando Provinciale per la tutela dei consumatori, sono stati fortemente intensificati. Al termine degli accertamenti effettuati dalle Fiamme Gialle sono stati individuati, presso due esercizi commerciali, ad Alcamo e Paceco, entrambi a gestione cinese, 4.000 articoli di vario genere, sottoposti a sequestro poiché ritenuti non sicuri in quanto privi del marchio CE. La normativa di settore prevede stringenti prescrizioni in ordine al contenuto delle etichette apposte ai singoli prodotti, le quali devono necessariamente riportare le informazioni minime relative al produttore o all’importatore comunitario, i materiali impiegati, i metodi di lavorazione del prodotto, l’eventuale presenza di sostanze che possono arrecare danno alla salute o all’ambiente, nonché le istruzioni e le eventuali precauzioni d’uso.

I prodotti sottoposti a sequestro, esposti per la vendita al dettaglio sia nel negozio di Alcamo che in quello di Paceco, sono risultati sprovvisti delle informazioni minime, necessarie per la commercializzazione e per consentire ai consumatori finali di fare acquisti consapevoli. Si tratta, perlopiù, di articoli natalizi e oggettistica per la vita quotidiana; tutti prodotti destinati ad una vasta platea di consumatori, comprendente anche bambini e adolescenti. I titolari delle due attività commerciali sono stati segnalati alla Camera di Commercio per l’avvio del procedimento di irrogazione delle sanzioni amministrative che possono arrivare sino a 25.000 euro.

All’interno dell’esercizio commerciale di Alcamo, inoltre, dei tre lavoratori presenti, due prestavano la loro attività lavorativa completamente “in nero” e uno faceva parte di un nucleo familiare percettore del reddito di cittadinanza. Alle sanzioni per la commercializzazione dei prodotti non sicuri, si aggiungerà anche la cosiddetta “maxisanzione” per ciascun lavoratore impiegato senza contratto che, in caso di impiego di un beneficiario di reddito di cittadinanza, viene aumentata di un ulteriore 20%.