Frode fiscale per azienda spedizioni di Carini. Fatture false per 5 milioni

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Un’altra mega frode fiscale è stata sventata dal nucleo di polizia economico – finanziaria delle Fiamme Gialle di Palermo. E’ stato quindi messo a segno un sequestro preventivo di beni per un milione di euro, su richiesta della Procura, ai danni della società di spedizioni Randazzo srl di Carini. I titolari dell’azienda Giovanni e Salvatore Randazzo, padre e figlio di 83 e 50 anni, sono indagati per reati tributari ed emissioni di fatture false. Le indagini dei finanzieri sono scattate dopo una verifica fiscale eseguita nei confronti della società carinese che opera nel settore dei trasporti, che tra 2015 e 2016 avrebbe utilizzato fatture false per oltre 5.000.000 di euro. Nel corso dell’ispezione fiscale sono stati approfonditi i rapporti intercorsi con la cooperativa Futura Trasporti, adesso cessata, alla quale erano stati assegnati i servizi di ritiro, trasporto e consegna pacchi per conto terzi.

Secondo quanto accertato dai baschi verdi sarebbe emerso che con la cooperativa sarebbero stati stipulati falsi contratti di appalto al fine di giustificare le prestazioni fornite da lavoratori che, di fatto, erano veri e propri dipendenti della Randazzo srl che li gestiva assieme alla logistica e ai mezzi tecnici. In questa maniera, secondo la Guardi di Finanza,  si sarebbe abbattuto il reddito imponibile della società di trasporti, attraverso la contabilizzazione da parte di quest’ultima di costi fittizi e l’indebita detrazione dell’Iva, concentrando invece sulla cooperativa Futura tutti gli obblighi contributivi, previdenziali e assistenziali. I due amministratori della ditta carinese, Giovanni e Salvatore Randazzo, nel 2016  erano stati già denunciati per  dichiarazione dei redditi fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Nell’ambito della recente scoperta della mega-frode fiscale, sono anche indagati, per emissione di fatture false, anche tre amministratori della cooperativa Futura Trasporti, uno di Ficarazzi e due di Bagheria. Il gip per salvaguardare gli interessi erariali a beneficio della futura azione di riscossione, ha emesso un provvedimento cautelare di sequestro, per equivalente, per imposte evase Ires e Iva, ammontante a un milione e 35 mila euro.